Economia

Elezioni Usa: disastro Biden, nei sondaggi post-dibattito Trump stacca il presidente

Nella corsa per la Casa Bianca, Donald Trump amplia il vantaggio nei confronti di Joe Biden, beneficiando della deludente performance del presidente Usa nel corso del primo dibattito tra i due candidati, tenutosi la scorsa settimana. A metterlo il luce è l’ultimo sondaggio del New York Times e del Siena College, secondo il quale il tycoon godrebbe ora di un vantaggio su Biden per 49% a 43% con un’oscillazione di 3 punti verso il repubblicano rispetto alla settimana precedente al dibattito. Si tratta del vantaggio più ampio registrato da Trump in un sondaggio Times/Siena dal 2015. Il gap è ancora maggiore tra gli elettori registrati, 49% a 41%.

Tutti i dubbi sul presidente in in carica

Dal sondaggio emerge chiaramente che i dubbi sull’età e sullo stato di salute di Biden sono diffusi e in crescita. Come mette in evidenza un articolo del New York Times, che spiega nel dettaglio i risultati del sondaggi, la maggioranza di tutti i gruppi demografici – compresi gli elettori di colore e coloro che hanno dichiarato che voteranno comunque per lui – ritiene che Biden, 81 anni, sia troppo vecchio per essere efficace.

Complessivamente, il 74% degli elettori lo ritiene troppo vecchio con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al pre-dibattito. Le preoccupazioni sull’età di Biden sono aumentate di 8 punti percentuali tra i democratici nella settimana successiva al dibattito, raggiungendo il 59%. La percentuale di elettori indipendenti che hanno dichiarato di pensarla così è salita al 79%, quasi in linea con l’opinione repubblicana sul presidente.

Il sondaggio offre una prima prova empirica di ciò che molti democratici temevano, ovvero che la performance vacillante di Biden nel dibattito abbia ulteriormente compromesso le sue possibilità di vittoria contro Trump in autunno. Alcuni legislatori e finanziatori democratici stanno sollevando dubbi sull’idoneità di Biden a seguito delle sue difficoltà a concludere i suoi pensieri o ad articolare una visione durante il dibattito, e chiedono che Biden dimostri a un pubblico scettico di essere in grado di ricoprire la carica fino a 86 anni.

Cosa succede ora?

Dopo il disastroso confronto televisivo con l’ex presidente Trump la ricandidatura di Joe Biden si fa sempre più complicata. Nelle ultime ore, il New York Times ha fatto sapere che Biden starebbe considerando il ritiro, alla luce della sempre maggiore consapevolezza che potrebbe non essere in grado di salvare la sua candidatura se non convincerà il pubblico nei prossimi giorni sul fatto che può continuare il lavoro.

La notizia è stata immediata smentita dallo staff presidenziale: l’articolo del New York Times è “assolutamente falso”, ha detto il portavoce Andrew Bates, negando di fatto che Joe Biden stia considerando di abbandonare la corsa alla presidenza. “È assolutamente falso”, ha scritto Bates su X.

Come funzionerebbe se Biden si ritirasse?

Come mette in luce Libby Cantrill, Head of Public Policy di PIMCO, in un’analisi

per farsi da parte, Biden dovrebbe annunciare che non accetta la candidatura democratica e che dispensa tutti i suoi delegati. Sebbene possa suggerire a questi delegati di sostenere un altro candidato, come la vicepresidente Harris, non può obbligarli a sostenere un candidato specifico. In teoria, ciò porterebbe a una convention democratica “aperta” o “negoziata”, che inizierebbe il 19 agosto. In questo scenario, i singoli candidati verrebbero nominati dall’assemblea e cercherebbero di convincere i circa 4.000 delegati statali a sostenerli. Per ottenere la nomina, un candidato dovrà ottenere la maggioranza semplice dei delegati (1.968 per l’esattezza). Se nessun candidato ottenesse la maggioranza dei voti al primo scrutinio, si passerebbe a un secondo scrutinio.  A questo punto la situazione potrebbe farsi interessante, poiché i cosiddetti Superdelegati sarebbero autorizzati a votare (fino al 2020 potevano votare al primo scrutinio). Questi 739 individui comprendono membri del Congresso, governatori e alti funzionari del partito. In questa fase, il partito potrebbe influire in una direzione per cercare di accelerare il raggiungimento di un esito”.