Donald Trump non molla il colpo. A due settimane dal giorno delle elezioni Usa, il tycoon continua a non riconoscere la sconfitta e prosegue sulla strada delle cause legali in alcuni degli stati chiave, in cui il candidato democratico Joe Biden ha ottenuto la maggioranza.
Qual è la strategia di Donald Trump?
Per quanto Biden abbia ampiamente superato la soglia dei 270 grandi elettori (306 per la precisione contro i 232 di Trump), che gli assicurano il mandato presidenziale per i prossimi quattro anni, Trump vuole impedire che questo risultato venga certificato.
A spiegarlo è Alan Dershowitz, professore emerito di Harward, che evoca uno scenario che nelle elezioni americane non si verifica dal Diciannovesimo secolo. Il riferimento storico è alle elezioni del 1800 e del 1824, che non produssero un vincitore nel collegio elettorale e furono decise dalla Camera: nel 1800 venne scelto Thomas Jefferson e nel 1824 John Quincy Adams.
“Non credo che il presidente Trump stia cercando di raggiungere i 270 voti elettorali. Credo che lui ritenga che questo sia fuori discussione”, ha spiegato Dershowitz al sito Newsmax. “Quello che sta cercando di fare è negare a Joe Biden i 270 voti elettorali, presentando ricorsi in Pennsylvania, Georgia, in Nevada, in Michigan, in Arizona“.
Il rischio di fallire è quasi scontato
Ma per fare in modo che questo scenario si ripeta, secondo Dershowitz Trump avrebbe bisogno di una “tempesta perfetta”. Il docente di Harvard spiega:
“Servono abbastanza stati, abbastanza procuratori generali, o dipartimenti di stato, o chiunque, segretari di stato o governatori che siano repubblicani e che legittimamente si rifiutino di certificare i risultati, perché contestati, il giorno in cui i collegi elettorali si riuniscono per statuto”.