Anche i ricchi americani piangono. O meglio rischiano di piangere, qualora nelle elezioni presidenziali Usa del 2020 dovesse imporsi la senatrice democratica, Elizabeth Warren. Se la sua proposta di tassazione sui patrimoni più ricchi dovesse passare, i tycoon americani vedrebbero ridotta, e anche di tanto, la loro cassaforte.
La riforma fiscale che spicca nel suo programma elettorale punta infatti a introdurre un tassa del 2 per cento sui patrimoni superiori ai 50 milioni di dollari e una del 3 per cento su quelli che superano il miliardo.
Non solo. La prima misura, e la più facile da adottare, riguarda l’abolizione dei tagli fiscali ai redditi più alti e alle grandi società decisi da Donald Trump.
La senatrice Warren intende poi introdurre una nuova imposta del 7 per cento sui profitti che superano i 100 milioni di dollari.
Simulazione sui patrimoni dei più ricchi
A fare i conti in tasca ai Paperoni americani, ci ha pensato TaxJusticeNow.org, un sito web fondato dagli economisti della UC Berkeley Emmanuel Saez e Gabriel Zucman, che ha calcolato a quanto sarebbe ammontato il patrimonio netto dei miliardari Usa, qualora la riforma fiscale di Warren fosse entrata in vigore nel 1982 .
Come si può notare dalla tabella sotto, Bill Gates, di recente tornato ai vertici della classifica dei Paperoni mondiali, avrebbe oggi in tasca suoi ultimi 42,2 miliardi di dollari. Meglio andrebbe a Jeff Bezos (poco meni di $ 100 miliardi) mentre Warren Buffett avrebbe dovuto cavarsela, si fa per dire, con soli $ 34,9 miliardi.