NEW YORK (WSI) – Hillary Clinton o Donald Trump poco importa. I consulenti americani mostrano scetticismo in merito alla possibilità’ i risultati elettorali americani del prossimo otto dovrebbe possa influenzare il mercato azionario. E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio di Natixis, che ha intervistato 2.550 professionisti degli investimenti in 15 Paesi in relazione al maggiore impatto positivo che i due candidati in corsa per la avrebbero su cinque fattori chiave: azioni, obbligazioni, economia globale, commercio e rischi geopolitici.
Di fronte alla scelta tra i due candidati, entrambi o nessuno dei due, oltre il 40% degli intervistati negli Stati Uniti ritiene che nessuno avrebbe un impatto positivo sul mercato azionario, sul mercato obbligazionario o sull’economia globale. Lo stesso trend è emerso per il commercio globale, col 37% dei financial advisers che non è orientato a favore di nessuno dei due, sebbene il 32% preferisca l’ex Segretario di Stato, contro il 26% ottenuto dal tycoon.
Quanto al quinto fattore, ossia i rischi geopolitici, Clinton raccoglie il maggior numero di consensi (35%), seguita poco dopo da “Nessuno dei due” al 32%.
“Il dato più importante che possiamo trarre dal sondaggio è l’alto livello di apatia e/o frustrazione” commentano dal team di ricerca dell’asset manager. “Ma anche – sottolineano – ciò’ che è emerge e’ anche la divergenza di opinione tra consulenti finanziari americani e internazionali”.
Lo scenario cambia se si considerano i professionisti del settore finanziario al di fuori dagli Stati Uniti. Questi ultimi prediligono infatti l’ex first lady in relazione a tutti e cinque i fattori: “I giudizi positivi per la Clinton si attestano intorno al 45-55%, mentre coloro che ritengono che Trump porterebbe a risultati migliori sono nella fascia mid-teen”, si legge in una nota riassuntiva di Natixis.
In linea generale l’opinione dei consulenti risulta“piuttosto uniforme” tra i vari Paesi. L’unica eccezione, oltre agli Stati Uniti, arriva dalla Francia. Qui i consensi espressi a favore di Trump sono maggiori in alcuni settori, attestandosi intorno al 25% per l’economia globale, il commercio globale e i rischi geopolitici.