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Elezioni Usa, Trump può vincere e Clinton finire in carcere

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NEW YORK (WSI) – Sebbene la rimonta di Donald Trump nei sondaggi dopo la riapertura dell’inchiesta dell’Fbi sull’emailgate sia ben documentata, se i numeri sono corretti Hillary Clinton dovrebbe comunque spuntarla l’8 novembre. Il candidato Repubblicano è dato avanti o pari in alcuni sondaggi, ma le probabilità di vittoria della leader Democratica rimangono più alte.

Stando ai calcoli del New York Times basati sulla media di tutti i sondaggi a disposizione, le chance di elezione di Clinton sono all’88% in questo momento. La domanda da porsi ora è: quanto il vantaggio di Clinton sarebbe confermato anche nel caso di un piccolo errore dei sondaggi, o di un ulteriore livellamento delle forze nei prossimi giorni che porteranno i due sfidanti al traguardo della gara per la Casa Bianca.

Innanzitutto bisogna esaminare i fattori esterni che potrebbero influenzare il voto da qui a martedì prossimo. Se l’agenzia di intelligence ha riaperto il caso sulla creazione di un account email personale anche per le faccende di lavoro da parte di Clinton quando era Segretario di Stato, ci dev’essere un valido motivo – c’e chi sostiene che Clinton rischi persino la prigione – nulla va dato per scontato.

Se Clinton dovesse venire accusata e in un secondo momento incriminata di intralcio la giustizia non solo la sua carriera politica sarebbe finita seduta stante, ma l’ex First Lady potrebbe essere condannata a 20 anni dietro le sbarre. Capiterà proprio questo se l’Fbi scopre che Clinton ha infangato delle prove, alterando, distruggendo o nascondendo delle email che avrebbe dovuto consegnare alle autorità investigative durante la prima inchiesta.

Clinton rischia 20 anni di prigione

Il guru americano dei sondaggi e grande esperto di statistica Nate Silver ha effettuato delle simulazioni Stato per Stato dei casi in cui Trump o Clinton vengono dichiarati vincitori con un distacco inferiore al 2%. Se la competizione per la presidenza si rivelerà equilibrata, Clinton rischia grosso e piuttosto che puntare sulla campagna elettorale in uno Stato storicamente Repubblicano come l’Arizona, dovrebbe concentrarsi nell’ottenere un vantaggio in Michigan e Wisconsin.

In un testa a testa ipotetico, secondo Silver è qui che si deciderà – al fotofinish – l’elezione. In pratica se Clinton dovesse aggiudicarsi il 3-5% in più del voto popolare su scala nazionale, avrebbe la vittoria in pugno, mentre se il divario scende sul 2%, rischia grosso. Gli Stati di Colorado e New Hampshire sono sulla parità e le possibilità di vittoria di Clinton in Wisconsin, Pennsylvania e Michigan sono solo del 60-65%.

A Clinton converrebbe blindare quei tre Stati, piuttosto che rischiare di perderli. Non ha tante opzioni di riserva: la candidata dei Democratici potrebbe assicurarsi il Nevada, ma non ha abbastanza voti per recuperare l’eventuale perdita di grandi elettori che una sconfitta in Michigan o Pennsylvania comporterebbe.

Anche se Clinton potrebbe anche farcela in North Carolina o Florida, se i sondaggi dicono il vero, se la rimonta di Trump continua sarebbero cause perse. Nel caso in cui il voto popolare fosse equamente distribuito, Clinton, rischia seriamente di perdere il collegio elettorale.

Trump da parte sua deve fare il colpaccio in almeno uno degli Stati dove Clinton viene data in testa. Ecco perché la sua strategia di fare campagna aggressivamente in Michigan e Wisconsin, due Stati in cui la classe operaia vittima della crisi finanziaria è ampiamente rappresentata, è vincente. È lì, negli Stati dove è ancora indietro, che Trump deve puntare.

Se si fa una media dei sondaggi, nonostante la rimonta degli ultimi giorni, i favori del pronostico non sono ancora dalla parte del magnate dell’immobiliare. Ma una vittoria in quei due stati sarebbe decisiva per la vittoria finale e i numeri demografici in Michigan e nel Wisconsin sono dalla sua parte.

Elezioni Usa, chance di vittoria di Trump in aumento dopo riapertura inchiesta emailgate su Clinton