Passata l’euforia post-elezioni Usa, la vittoria del Democratico Joe Biden apre a scenari contrastanti per gli investitori. Ne sono convinti gli analisti di T. Rowe Price secondo cui le politiche proposte del prossimo inquilino della Casa Bianca potrebbero avere implicazioni contrastanti per i mercati, se implementate.
Prima di entrare nel dettaglio dell’analisi, ricordiamo che l’ufficialità della vittoria di Biden alle elezioni Usa (che inizierà il suo mandato il 20 gennaio 2021) arriverà solo dopo la riunione del collegio elettorale prevista per il prossimo 14 dicembre 2020. Trump avrà questo lasso di tempo, quindi, per contestare l’esito elettorale e portare avanti la battaglia legale che ha promesso nel fine settimana, sebbene il cospicuo margine di vantaggio di Biden, sembrerebbe rendere questa azione solo pretestuosa.
Ma torniamo ai mercati. La notizia positiva, secondo T. Rowe Price, è che molti ritengono che Biden probabilmente darà priorità a un ulteriore pacchetto di stimoli fiscali per aiutare l’economia a proseguire nella ripresa, dopo il notevole rallentamento indotto dal Covid-19. Tuttavia, il neo-eletto presidente Usa supporta anche una maggiore tassazione sulle imprese, che verrebbe utilizzata per finanziare parte delle spese aggiuntive. Non vi è però certezza che tale misura verrà implementata, vista l’opposizione Repubblicana.
Elezioni Usa, spesa e tassazione
Mark Vaselkiv, CIO Fixed Income di T. Rowe Price, ritiene che Biden probabilmente mirerà ad ottenere maggiori finanziamenti per i singoli Stati e le municipalità:
“L’economia è molto debole a livello locale, dove è necessario che i governi contribuiscano a ridurre i tagli ai servizi essenziali in un contesto di profitti in declino Ciò potrebbe aiutare a stabilizzare e supportare la qualità del debito delle municipalità nei prossimi anni, via via che l’economia si riprenderà dalla pandemia”.
Biden ha proposto di aumentare la tassazione sulle imprese per dimezzare il taglio delle tasse previsto dal Tax Cuts and Jobs Act (TCJA) del 2017. Il piano di Biden prevede anche di aumentare la tassazione sul reddito delle aziende dal 21% attuale al 28%, un livello ancora notevolmente inferiore rispetto al 35% del pre-TCJA.
“È probabile che Biden tenterà anche di aumentare le tasse sul reddito estero delle società statunitensi e di istituire una forma di imposta minima alternativa per le aziende. Tuttavia, l’opposizione Repubblicana potrebbe ostacolare o bocciare il passaggio di alcune di queste misure sull’aumento della tassazione”.
Gli effetti di breve termine sugli utili societari
David Giroux, CIO Equity di T. Rowe Price, sostiene che l’aumento delle tasse indicato da Biden, se implementato, potrebbe portare a una riduzione dei profitti per le aziende dell’Indice S&P500. Tuttavia, alcuni settori potrebbero beneficiare delle maggiori spese pubbliche.
Dello stesso parere David Eiswert, gestore della strategia Global Focused Growth Equity di T. Rowe Price, che concorda sul fatto che le aziende USA potrebbero dover affrontare un “reset” degli utili se il piano di Biden dovesse passare, anche se d’altra parte gli effetti sarebbero “gestibili e probabilmente controbilanciati, in parte, dagli stimoli fiscali”.
Guardando ai bond societari, Vaselkiv sostiene che “l’aumento delle tasse impatterebbe sull’azionario più che sul credito societario, colpendo soprattutto i titoli dei giganti del tech”. Secondo Vaselkiv inoltre ciò non porterebbe necessariamente a un rallentamento della crescita, dato che gli utili delle aziende USA e l’economia più in generale hanno continuato a crescere dopo l’aumento della tassazione durante le Amministrazioni Clinton e Obama.
Secondo Alan Levenson, Chief US Economist di T. Rowe Price, la prima mossa a livello fiscale per Biden sarà una risposta alla pandemia finanziata dal debito e un pacchetto di aiuti economici. È probabile che Biden aspetterà fino al 2021 inoltrato prima di tentare di implementare il suo più ampio piano per il rinnovo economico, con circa la metà dei costi decennali che dovrebbero essere compensati da un aumento delle tasse e di altre entrate.
“Il debito aggiuntivo dovrebbe essere sostenibile per gli Stati Uniti, dato che i tassi probabilmente resteranno bassi rispetto alla crescita potenziale dell’economia”, spiega.
Elezioni Usa, le pressioni sulla Cina continueranno
Tutti i segnali suggeriscono che il vincitore delle elezioni Usa Biden adotterà un atteggiamento duro nei confronti della Cina riguardo alle pratiche di mercato e ai diritti umani, anche se probabilmente cercherà di costruire delle partnership multilaterali e di esercitare leve al di là del commercio in qualsiasi rinegoziazione del rapporto USA-Cina.
“Le tensioni con la Cina sembrano essere un punto in comune nel divario politico” ha commentato Quentin Fitzsimmons, gestore obbligazionario di T. Rowe Price, che ritiene inoltre che Biden continuerà ad esercitare pressioni sulla Cina affinché venga affrontata la questione dei diritti di proprietà intellettuale nel settore tech. In generale è difficile dire come evolveranno le relazioni tra USA e Cina con la Presidenza di Biden, ma se la volatilità si attenuasse, ciò potrebbe favorire le aziende tech, ritenute esposte alle tensioni commerciali tra i due paesi.
Spinta verso l’efficientamento energetico
Biden ha indicato di voler raggiungere maggiori spese federali e incentivi fiscali per creare posti di lavoro e guidare lo sviluppo economico attraverso la ricostruzione di infrastrutture critiche. Questa spinta, secondo gli esperti di T. Rowe Price, si concentrerebbe sulla riduzione delle emissioni di carbonio e sull’investimento in tecnologie per l’energia pulita, anche se potrebbe essere ostacolata dall’opposizione Repubblicana al Congresso.
Se implementato, l’ambizioso piano di Biden potrebbe far accelerare gli sviluppi nell’efficientamento energetico e nella riduzione di emissioni. Molte aziende industriali sono parte della soluzione in tal senso. A beneficiarne potrebbero essere le aziende specializzate in compressori d’aria, ferrovie, aerei commerciali, veicoli elettrici e gas industriali.
Al contrario, le spese per la difesa vedranno probabilmente diversi anni di traiettoria discendente, dopo sette anni di aumenti, percorso che sarebbe stato identico indipendentemente da chi fosse stato eletto Presidente.