Elon Musk, i dipendenti di SpaceX lo accusano: “Ci mette in imbarazzo”. E lui li licenzia
Trentadue ore. Tanto è bastato a Elon Musk per licenziare cinque dipendente della sua compagnia aerospaziale, Space X, colpevoli di aver pubblicato e condiviso una lettera (firmata da 404 dipendenti) di aperta critica nei confronti del magnate. Nella lettera, Musk è stato definito come “una frequente fonte di distrazione e imbarazzo” per il suo comportamento nella vicenda Twitter e non solo. Da qui la richiesta alla società di “tenerlo a freno”.
Le accuse a Elon Musk
Nella lettera incriminata, si legge:
“In qualità di nostro Ceo e portavoce più importante, Elon è visto come il volto di SpaceX: ogni tweet che Elon invia è una dichiarazione pubblica de facto dell’azienda. È fondamentale chiarire ai nostri team e al nostro potenziale pool di talenti che i suoi messaggi non riflettono il nostro lavoro, la nostra missione o i nostri valori”.
La lettera arriva dopo le numerose polemiche legate all‘acquisizione di Twitter ma anche anche a recenti accuse di molestie sessuali contro Musk, che il manager ha prontamente respinto. In ogni caso, mercoledì la lettera ha iniziato a circolare e giovedì SpaceX ha deciso di mettere alla porta il gruppo alla guida dei ribelli. Messaggio chiaro per tutti: punirne uno per educarne cento.
La risposta di SpaceX
Immediata la reazione dell’azienda. “Abbiamo troppo lavoro da portare a termine e non c’è bisogno di questo tipo di attivismo” ha scritto la presidente di SpaceX Gwynne Shotwell nella comunicazione all’azienda, aggiungendo che la lettera, non il comportamento di Musk, era fonte di distrazione per SpaceX. “Il nostro attuale leadership team è impegnato a garantire un ambiente di lavoro eccezionale e in continuo miglioramento rispetto a qualsiasi altro che abbia mai visto nei miei 35 anni di carriera”. Non solo. Shotwell ha scritto che “la lettera, le sollecitazioni e il processo generale hanno messo i dipendenti a disagio, intimiditi e vittime di bullismo e arrabbiati perché la lettera li ha spinti a firmare qualcosa che non rifletteva le loro opinioni”.
Musk non è certo nuovo a chiari comportamenti anti-sindacali. Nel 2017, Tesla, altra azienda che fa capo all’imprenditore, aveva licenziato un dipendente per aver distribuito opuscoli che incoraggiavano i dipendenti a unirsi al sindacato. Due anni dopo il National Labor Relations Board aveva confermato l’illegittimità del licenziamento e il reintegro del dipendente della compagnia automobilistica. Un copione che si è ripetuto l’anno successivo, quando Musk aveva minacciato i lavoratori di perdere le stock option se si fossero iscritti al sindacato. Anche in questo caso, il National Labor Relations Board stabilì anche che il miliardario doveva eliminare il tweet in questione. Ora, il nuovo capitolo.