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Elon Musk pronto a rinunciare a Twitter. Bluff o verità?

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Elon Musk pronto a rinunciare a Twitter? Così pare. Il motivo è quello ventilato da qualche settimana, ovvero la poca trasparenza della piattaforma di messaggistica in tema di account falsi e bot. Secondo l’agenzia Reuters, se finora il numero uno di Tesla e Space X si è limitato a delle semplici dichiarazioni, ora avrebbe compiuto il primo passo ufficiale, inviando una lettera al capo della divisione legale di Twitter, Vijaya Gadde, nella quale la società americana viene accusata di essere in “violazione sostanziale” dei suoi obblighi contrattuali.

Al centro della questione ci sarebbero gli account falsi: per Musk sono circa il 20% dell’utenza, per Twitter meno del 5%. Ricercatori indipendenti hanno previsto che dal 9% al 15% dei milioni di profili Twitter potrebbero essere bot.

Secondo Musk, Twitter sta “attivamente resistendo e ostacolando i suoi diritti di informazione” e per questo è in “chiara violazione materiale” dei suoi obblighi: “Si sta rifiutando in modo trasparente di rispettare i suoi obblighi nell’ambito dell’accordo di fusione, il che sta facendo nascere il sospetto che la società stia trattenendo i dati richiesti a causa della preoccupazione di ciò che l’analisi di tali dati rivelerà”, si legge nella lettera.

Non è d’accordo Twitter, che ha detto di voler rispettare l’accordo nei termini concordati, aggiungendo che “continuerà a condividere in modo cooperativo informazioni con Musk per portare a termine la transazione in conformità con i termini dell’accordo di fusione”.

Twitter: titolo in calo, mossa per ottenere uno sconto?

Il trascinarsi della diatriba fra Musk e il consiglio di amministrazione di Twitter ha avuto un primo immediato effetto sulle azioni della piattaforma di messaggistica, che ora valgono intorno ai 40 dollari contro i 52,2 dollari previsti nell’accordo con il numero uno di Tesla.

Secondo alcuni analisti, però, le minacce di Elon Musk sarebbero finalizzate ad ottenere uno sconto sul prezzo di acquisto di Twitter. Anche se l’azienda parte da una posizione di vantaggio, infatti, la prospettiva di una lunga battaglia legale potrebbe favorire un accordo al ribasso.

Dal punto di vista legale, Elon Musk è obbligato dal contratto stipulato a pagare una penale di 1 miliardo di dollari nel caso l’acquisizione non vada a buon fine, una piccolissima parte della sua fortuna calcola da Forbes intorno ai $ 219 miliardi.  Ma, come detto, la prospettiva di una lunga battaglia legale potrebbe portare a rinegoziare l’accordo.

D’altronde, non sarebbe né il primo né l’ultimo caso di rinegoziazione degli accordi a causa di mutate condizioni del mercato Diverse società hanno rinegoziato o abbandonato le acquisizioni concordate quando è scoppiata la pandemia di COVID-19 nel 2020 e ha provocato uno shock economico globale. È successo alla francese LVMH nella fase di acquisizione di Tiffany & Co. Le due società hanno quindi trattato, abbassando il prezzo di acquisto di $ 425 milioni a $ 15,8 miliardi.