Economia

Elusione fiscale e Panama Papers: ecco cosa ha deciso il Parlamento Ue

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Prosegue l’avanzata della macchina europea contro il fenomeno dell’elusione fiscale: il Parlamento europeo ha votato a favore della proposta della Commissione Ue che sfocerà in una prossima direttiva volta a tappare le falle nel sistema d’imposizione europeo.

In ballo ci sono 190 miliardi di euro che ogni anno vengono sottratti al fisco dei vari Paesi membri, da parte di multinazionali e grosse società. E, sempre in tema fiscale, il Parlamento ha disposto la costituzione di una commissione di inchiesta che andrà a indagare sulle rivelazioni dei Panama Papers.

La commissione avrà un anno a disposizione per appurare se si sono verificati casi di mancato rispetto delle norme comunitarie sull’antiriciclaggio, elusione o evasione fiscale.

Il primo imperativo della futura direttiva sarà far pagare le tasse nel Paese in cui gli utili vengono realizzati e non dove fa più comodo ai fini fiscali; fra le mosse previste nei sei punti chiave della proposta presentata dal belga Hugues Bayet, c’è la messa al bando delle “letterbox companies” domiciliate in Paesi a tassazione agevolata col solo fine triangolare i profitti e ridurre la base imponibile; un’altra misura sarà, invece la riduzione della deducibilità degli interessi nell’ambito dei prestiti all’interno del medesimo gruppo societario.

Tramite quest’ultima pratica, le multinazionali possono versare interessi “maggiorati” per remunerare il prestito ricevuto da una filiale basata in un paradiso fiscale, col vantaggio di trasferire grossi redditi sotto la giurisdizione in cui vengono tassati di meno.

Il Parlamento dovrebbe ridurre le deduzioni sugli interessi fino a un massimo di 2 milioni o al 20% dei profitti.

Saranno rafforzate, inoltre, le norme per la trasparenza dei fondi fiduciari e delle fondazioni, introdotte sanzioni per i Paesi non collaborativi con le autorità fiscali e armonizzate le regole per i sistemi di “patent box” sui proventi delle proprietà intellettuali.