ROMA (WSI) – Le banche europee sono esposte per 3.300 miliardi di dollari di asset sui mercati emergenti; circa l’85% è riferibile a istituti quotati e circa 1.700 miliardi a poche banche. Il rischio maggiore, quindi, riguarda in particolare sei banche europee – BBVA, Erste Bank, HSBC, Santander , Standard Chartered e UniCredit – che secondo gli analisti di Deutsche Bank hanno più di 1,7 trilioni di esposizione su questi mercati.
Il fatto è che quando la volatilità delle valute si combina con rallentamenti delle entrate e aumenti dei crediti inesigibili, le banche esposte vedono minacciata la propria capitalizzazione. La crisi dei mercati emergenti, comunque, potrebbe colpire le banche in una varietà di modi, ad esempio portando a un crollo della valuta locale che, di conseguenza, danneggerebbe gli utili. Questo crollo degli emergenti, ad ogni modo, ha già contribuito ad un calo del 7% sull’indice bancario europeo nelle ultime due settimane, ma l’impatto potrebbe essere ben più forte e potrebbe creare ulteriore preoccupazione tra gli investitori.
Seconodo gli analisti, tuttavia, il rischio più grande è un balzo dei tassi di interesse che potrebbe causare delle inadempienze sui prestiti. Spesso, infatti, alle turbolenze del mercato valutario seguuono altrettante turbolenze sul mercato del credito, proprio come quanto accadde in Argentina tra il 1999-2002. Infine, gli analisti sostengono che questo terremoto sugli emergenti potrebbe avere un veemente impatto indiretto anche sui ricavi dell’investment banking e sul wealth management.