Investimenti

Emergenti, tra prospettive positive e l’occasione India. L’intervista a Di Clementi di AllianceBernstein

Le prospettiva di crescita dei Paesi emergenti sono positive, e una delle top pick tra loro può essere ancora l’India. Non mancano i fattori di rischio, ma con il giusto equilibrio è possibile andare alla ricerca dell’alfa anche lontano dai mercati occidentali. Abbiamo affrontato il tema con Christian Di Clementi, gestore delle strategie di debito sui mercati emergenti di AllianceBernstein, in un’intervista concessa in esclusiva ai nostri microfoni.

Quali sono le prospettive per i Paesi Emergenti nel breve periodo e le opportunità da cogliere?

“Ritengo che le prospettive degli emergenti vadano esaminate alla luce di tre temi: crescita, inflazione e risvolti geopolitici. In termini di crescita, il quadro è positivo. I mercati emergenti stanno continuando a espandersi a ritmi sostenuti, al contrario dei mercati sviluppati, la cui crescita è appena sotto la media, intorno all’1,5%. Entro il 2025, secondo i nostri calcoli, il divario tra mercati emergenti e sviluppati dovrebbe risultare il più ampio registrato dal 2011: un tale scenario, dove l’economia mondiale cresce e i mercati emergenti crescono ancora di più, è l’ideale per questi ultimi. Guardando all’inflazione la situazione è più complessa e, sebbene ci siano opportunità, prevediamo un percorso non privo di difficoltà. Infine, siamo rimasti decisamente sorpresi dalla capacità dei mercati di reagire a importanti questioni di geopolitica, come il conflitto in Ucraina o la guerra a Gaza. Non sappiamo, però, se e quanto tutto ciò proseguirà”.

La performance dell’India cattura l’attenzione degli investitori: può proseguire il suo trend positivo?

“L’India si configura attualmente come uno dei mercati emergenti più interessanti, e siamo fiduciosi che questo trend possa continuare, offrendo interessanti opportunità di investimento nel Paese. Le prospettive correlate alla politica monetaria sono a favore del Paese asiatico che, storicamente, ha mostrato una scarsa correlazione con gli Stati Uniti. Nello specifico, il settore delle energie rinnovabili locale è ben posizionato per trarre vantaggio dal contesto attuale: questo è un comparto dove, strutturalmente, manteniamo un sovrappeso da anni. Ora che il governo è attivamente impegnato nel migliorare la quota di energia generata da fonti rinnovabili, sono diversi gli incentivi che contribuiranno a stimolare l’intero settore, non solo in termini di raccolta di ricavi, ma anche attraverso alcune partnership governative con importanti nomi del settore privato, per garantirne il successo. È possibile individuare diverse realtà, magari con rating BB o superiore, che mostrano un miglioramento dei fondamentali e sono in grado di offrire rendimenti interessanti, anche nel campo delle utility, un settore ben posizionato in termini di prospettive”.

Quali sono le asset class più interessanti tra gli Emergenti su cui puntare in questa fase di mercato?

“Uno degli aspetti più interessanti delle strategie incentrate sui Paesi emergenti è che questi ultimi offrono un terreno molto fertile in termini di opportunità, su diverse asset class e in Paesi molto diversi tra loro. Nella nostra strategia multi-asset, ad esempio, siamo in grado di catturare alfa con un portafoglio allocato per il 75% in azioni e per il 25% nel reddito fisso. Osservando questo universo più da vicino, e in considerazione dello scenario macro che potrebbe configurarsi nei prossimi trimestri, nel comparto dei Titoli di Stato stiamo monitorando attentamente gli asset sensibili alla duration. Nello specifico, siamo favorevoli ai Paesi che percepiscono l’influenza della politica monetaria in Europa, per esempio Polonia e Ungheria, che dovrebbero presto beneficiare del taglio dei tassi, e a quelli che mantengono una scarsa correlazione con i Treasury statunitensi, come India o Turchia. Se pensiamo, invece, all'esposizione su titoli growth, di credito o alle valute, prediligiamo asset più legati alla crescita degli Stati Uniti, perché ci aspettiamo che progrediranno più velocemente rispetto ad altri Paesi sviluppati. Per questo, alcune valute che riteniamo molto interessanti in questo momento sono il real brasiliano o il peso messicano, mentre sul fronte del credito corporate vediamo opportunità su una selezione di aziende con rating B dell’Africa sub-sahariana, come Nigeria o Senegal”.