Raffica di buy da parte degli analisti sul titolo Enel che, secondo gli analisti, è sottovalutato rispetto al suo potenziale di crescita. Nell’ultimo mese, le azioni della multinazionale italiana dell’energia hanno segnato un rialzo del 6%, ma il bilancio da inizio anno resta negativo (-14%). Oggi il titolo si muove poco sopra i 6 euro, ma il consensus degli analisti indica che, nei prossimi 12 mesi, le azioni sono destinate a raggiungere un prezzo di 8,42 euro, circa il 40% in più rispetto ai valori attuali.
Tra i più positivi, gli analisti di SocGen e Santander, che hanno fissato il prezzo obiettivo rispettivamente a 9,80 9,10 euro. Rating “buy” arrivano anche da AlphaValue (8,73 euro), Intesa San Paolo (9,10 euro), Equita Sim (8,4 euro), Goldman Sachs (9,30 euro) e Jefferies (7 euro).
Outperform (ovvero farà meglio del mercato) è il giudizio che arriva invece da Mediobanca (8,20 euro), Oddo (9,60 euro) e Bnp Paribas (6,90 euro).
Enel, analisti positivi sul futuro dei conti
Lo scorso 13 marzo Enel ha sollevato il velo sul bilancio 20221. Esercizio che ha mostrato risultati complessivamente in linea con le attese: i ricavi sono ammontati a 88 miliardi (+33,3%) mentre il dividendo complessivo proposto per l’intero esercizio è risultato pari a 0,38 euro per azione (di cui 0,19 euro per azione già corrisposti quale acconto a gennaio 2022), in crescita del 6,1% rispetto al dividendo complessivo di 0,358 euro riconosciuto per l’intero esercizio del 2020. .
Commentando i dati, gli analisti di Equita, hanno sottolineato le “buone indicazioni per il 2022”. “Quanto al futuro – hanno spiegato gli analisti – sono emerse “indicazioni positive” visto che le guidance sono confermate sul 2022 “nonostante le incertezze dello scenario energetico e l’andamento negativo dell’idroelettrico in Europa”.
Enel, inoltre, “non ha esposizione al gas Russo con il 90% del procurement dai contratti di lungo termine” e il dividend per share ‘è confermato” con il gruppo che ha “una posizione di debito tale da sostenerlo anche a fronte di un ulteriore deterioramento della situazione geopolitica”. Tirando le somme, “attualmente i target sul 2022 hanno buona visibilità” e anche il rischio da interventi regolatori in Ue viene definito “basso” e anzi “il documento REpowerEU è a oggi costruttivo per il settore”.