Cucinare, accendere la luce, il climatizzatore o il riscaldamento sono degli atti talmente radicati nella nostra quotidianità che non ci chiediamo mai come esattamente funziona l’energia elettrica, da dove proviene e quali sono le principali fonti di energia in Italia. Cercheremo di fare chiarezza proprio su questi temi.
Il fabbisogno di energia elettrica degli italiani
Il fabbisogno annuale di energia elettrica in Italia è stato pari a 301,2 TWh nel 2020, con una contrazione del 5,8% rispetto al 2019 legata soprattutto agli effetti della pandemia di Covid-19, secondo il report di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale.
Nel 2021 i consumi di energia elettrica in Italia sono tornati sostanzialmente ai valori pre-pandemia, recuperando il forte calo registrato nel 2020. Il fabbisogno è stato pari a 318,1 miliardi di kWh, un valore in aumento del 5,6% rispetto al 2020.
La domanda di energia elettrica è stata soddisfatta dalla produzione nazionale per una quota pari all’89,3%, con un valore complessivo di 269 TWh. Il restante 10,7% del fabbisogno di elettricità è stato coperto dalle importazioni di energia dall’estero, con l’immissione nella rete italiana di 32,2 TWh
Osservando invece il secondo grafico si nota l’evoluzione del consumo di energia in Italia dal 2000 al 2020 nei diversi settori. Nello specifico, Terna riporta un consumo di energia per settore nel 2020 pari a:
- 85,9 TWh per il settore dei servizi,
- 125,4 TWh per il settore industriale,
- 66,2 TWh per il consumo domestico,
- 6,3 TWh per il settore agricolo.
Energia elettrica: come viene prodotta in Italia?
La produzione di energia elettrica in Italia avviene tramite l’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili (gas naturale, carbone e petrolio in gran parte importati dall’estero) e in misura sempre più rilevante con fonti rinnovabili (energia geotermica, idroelettrica, eolica, biomasse ed energia solare)
Il restante fabbisogno elettrico (il 10,4% dei consumi totali nel 2020) avviene con l’acquisto di energia elettrica dall’estero, trasportata nel paese attraverso l’utilizzo di elettrodotti e diffusa tramite la rete di trasmissione e la rete di distribuzione elettrica.
Circa il 60% della produzione di energia elettrica in Italia è prodotta da fonti non rinnovabili, ovvero combustibili fossili, tramite centrali termoelettriche. Il carbone rappresenta il principale accumulo di combustibile fossile sfruttabile, anche se il suo utilizzo è stato limitato in Italia e non solo a causa delle significative emissioni inquinanti rilasciate in atmosfera.
Nel 2020, l’Italia ha registrato una diminuzione del 29% rispetto al 2019 sulle importazioni di carbone da vapore e una diminuzione del 22% sulle importazioni di carbone metallurgico e PCI (potere calorifico).
La quota di import più significativa è quella del gas naturale, che arriva in Italia principalmente attraverso i seguenti gasdotti: TAG (Trans Austria Gas), Greenstream, Transmed, Transitgas e TAP.
I combustibili fossili, in particolare il gas, rappresentano una fonte di energia importantissima per l’Italia, che è il paese europeo maggiormente dipendente dal gas naturale. Solo nel 2021 questa fonte ha permesso di produrre il 48% circa dell’energia elettrica nazionale.
L’aumento delle rinnovabili
Se da un lato la capacità di generazione del termoelettrico è rimasta stabile nel Belpaese, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è continuata ad aumentare significativamente.
Secondo i dati di Sorgenia, il numero complessivo di impianti green è arrivato a 948.979 nel 2020, con un incremento del 3,8% per gli impianti fotovoltaici (21,65 GW), dell’1,8% per le turbine eoliche (10,91 GW) e dello 0,7% per le centrali idroelettriche (19,11 GW).
Secondo il report del GSE relativo al 2019, il fabbisogno energetico in Italia da energie rinnovabili è arrivato al 35%, con una crescita costante dal 2006 quando le fonti di energia rinnovabile coprivano appena il 15,9% dei consumi elettrici. Tra le energie verdi la quota maggiore è dell’idroelettrica con il 40% della produzione di elettricità green, seguita dal fotovoltaico 20,4%, dall’eolico 17,4% e dalle bioenergie 16,9%.
Tra le regioni con i maggiori consumi elettrici da fonti rinnovabili ci sono la Lombardia, il Piemonte, la Puglia e la Toscana, mentre agli ultimi posti si trovano la Liguria, il Molise e le Marche.