Dopo la corsa di quest’anno, i prezzi dell’energia continueranno ad aumentare nel 2022-2023, a causa di una contrazione dell’offerta: è quanto affermano gli analisti di S&P Global Ratings nel loro ultimo rapporto “The Energy Transition And What It Means For European Power Prices And Producers: September 2021 Update”.
Secondo l’agenzia di rating gli obiettivi ambientali dell’Europa accelereranno le dismissioni nella produzione di energia termica e nucleare, creando un gap che non potrà essere interamente compensato dalle fonti rinnovabili per i prossimi tre anni. Ciò porterà ad una maggiore volatilità dei prezzi legata alle condizioni climatiche nel medio termine.
Nel dettaglio, S&P vede una “ripresa dei prezzi dell’energia nel 2022 e 2023, ben al di sopra dei livelli del 2019 in quasi tutti i principali mercati europei”. Secondo S&P, i prezzi elevati che caratterizzeranno il mercato nei prossimi due anni beneficeranno gli operatori energetici europei, dal momento i loro portafogli di generazione sono quasi completamente coperti per quest’anno. L’aumento delle entrate per queste società, ha aggiunto l’agenzia di rating, dovrebbe supportare gli investimenti nella transizione energetica.
A fronte dei prezzi elevati, però, sarà importante tenere conto dei “rischi politici” dovuti ai possibili rincari delle bollette. “Gestire l’impatto sociale della transizione energetica è un pilastro fondamentale delle politiche climatiche europee” e Italia e Spagna si sono già mosse per calmierare i costi.
Energia: il focus sull’Italia
In Italia “le energie rinnovabili rappresenteranno circa 25% dell’energy mix italiano entro il 2030 dal 16% di oggi”, ha scritto S&P, ma tale aumento “non compenserà l’impatto della progressiva chiusura delle centrali a carbone in Italia o l’aumento della domanda per l’elettrificazione dei trasporti”. Per il futuro energetico italiano, dunque S&P si aspetta un aumento delle importazioni dai paesi vicini, in particolare da Francia e Svizzera. Non solo: il ruolo del gas resterà centrale nella bolletta energetica degli italiani, dal momento che il suo peso specifico nella generazione energetica resterà pressoché immutato da qui al 2026.