LONDRA (WSI) – Se le condizioni rimangono queste, gli Stati Uniti continueranno ad attirare gli investimenti delle società attive nell’energia intensiva, strappandoli all’Europa. Tutta colpa della riluttanza del Vecchio Continente ad abbracciare la rivoluzione del gas di scisto, dice il numero uno di Eni.
Paolo Scaroni, amministratore delegato del gruppo petrolifero, ha avvertito che le economie dei paesi europei devono superare sfide strutturali a lungo termine importanti se vogliono che i propri operatori energetici tengano il passo con i concorrenti Usa, un Paese che offre prezzi del gas ed energetici decisamente più vantaggiosi.
Scaroni si è chiesto “come mai qualcuno dovrebbe investire in energia intensiva (in Europa) piuttosto che andare in Texas, dove il costo dell’elettricità è pari alla metà e il gas a un terzo, oltre a tutti gli altri fattori favorevoli” del caso?.
“Abbiamo visto clienti trasferire gli investimenti dall’Europa agli Stati Uniti”, ha detto il manager intervendo al Financial Times Global Shale Energy Summit.
Scaroni ha aggiunto che le esportazioni di gas di scisto dagli Stati Uniti ai mercati europei potrebbero rallentare la corsa dei prezzi del gas. Eni prevede che scendino dai 10-11 dollari per un milione di unità termali britanniche (mBTU) attuali, a $8 nei prossimi anni.
Anche così, l’Europa sarebbe svantaggiata. “Se mi chiedete se $8 per unità è sufficiente a competere con gli Stati Uniti vi rispondo che non è abbastanza”.