Con le ultime novità in tema di produzione, aumentata del 15%, investimenti e riduzione dei costi, abbassati del 30-35%, c’è da essere ottimisti sulle prospettive del gruppo Eni. Ne sono convinti i broker, il 69% dei quali ha un giudizio di Buy sui titoli del colosso energetico italiano. A essere lodati sono in particolare gli sforzi del management nel realizzare un percorso di crescita e ristrutturazione in grado di garantire sostenibilità degli affari anche a lungo termine.
Viene giudicata positivamente dagli analisti la performance di Eni nel triennio 2014-2016. Confermate anche le stime per il piano quadriennale futuro. I principali obiettivi del piano sono stati raggiunti e i conti di chimica e raffinazione vengono reputati positivi. Venendo al capitolo investimenti, il Breakeven dei progetti nuovi è sceso dai 45 ai 27 dollari a barile, il 40% in meno nel giro di tre anni. Il progetto in acque profonde Zohr, il maggiore giacimento di gas naturale mai rinvenuto nel Mediterraneo, entrerà a pieno regime entro fine anno.
Vincenti secondo UBS sono in particolare due pilastri della strategia del gruppo guidato dall’Amministratore Delegato Claudio Descalzi: da una parte il “dual exploration model” e dall’altro la ristrutturazione aziendale verso una società Oil & Gas integrata. Gli analisti di Mediobanca apprezzano la capacità del gruppo all’autofinanziamento e la ristrutturazione ancora in atto riguardante business poco performanti come midstream e downstream. E per il prossimo anno quali sono le aspettative? Più che positive secondo Merril Lynch, con una ulteriore riduzione dei capex, la conferma del dividendo e il rafforzamento del flusso di cassa.
Eni presenterà la sua nuova strategia societaria in una conferenza mercoledì a Londra. In attesa del piano industriale, i titoli sono da comprare a giudizio degli analisti.
Titolo da comprare: le raccomandazioni degli analisti
Nonostante lo scenario dei prezzi del petrolio penalizzante, il titolo Eni negli ultimi 12 mesi è riuscito a stabilizzarsi registrando a fine 2016 un rialzo del 17% contro la media europea ferma al 12%, secondo i dati resi noto da UBS.
Eni è da comprare? Assolutamente sì secondo gli analisti di settore che confermano la raccomandazione buy (il 69% dei 29 broker italiani ed esteri). In particolare Mediobanca sostiene che sia la scelta migliore per un investitore interessato al settore dell’energia. Numerosi broker hanno così inserito il titolo Eni nella top list di acquisto: da Royal bank of Scotland, Citi, Kepler Cheuvreux, UBS, Equita, Mediobanca, Santander, Macquarie, Goldman Sachs, Merril Lynch, Intermonte, Fidentiis, Jefferies, Royal Bank of Canada, Bernstein, Raymond James.
In particolare le raccomandazioni buy sul titolo sono passate dal 25% del maggio 2014 al 54% di fine 2016 contro una media del 43% per le aziende del settore. Della società piace il fatto che sia riuscita a ridurre i suoi costi del 30-35%, aumentando al tempo stesso la sua produzione del 15%. Il breakeven dei nuovi progetti inoltre è passato da 45 a 27 dollari a barile, il 40% in meno in tre anni. Numeri a cui si aggiungono i conti positivi di chimica e raffinazione.
Gli investimenti di successo effettuati
Tanti i progetti realizzati da Eni con importanti risparmi anche in termini di costo, minimizzando l’esposizione iniziale grazie al ridotto time to market e tutti di successo. Tutti progetti con tipologie diverse, in acque profonde o più vicino alla costa, che permettono lo sviluppo di volumi di idrocarburi in posto stimati in oltre 15 miliardi di barili equivalenti. Progetti che confermano il nuovo approccio della società alla realizzazione di progetti, focalizzato ad accelerare il time to market e basati sulla massima integrazione tra esplorazione e sviluppo a partire dalle prime fasi della campagna esplorativa.
Così nel Ghana è stato avviato l’Offshore Cape Three Points (OCTP) – un progetto integrato di sviluppo dellOil & Gas in Ghana – che permetterà la fornitura di gas domestico a centrali termiche nazionali per oltre 15 anni, così da soddisfare la domanda di energia in aree urbane e rurali e nelle aree con maggior necessità.
In Angola Eni ha avviato la produzione del giacimento Mpungi nel West Hub Development Project situato nel Blocco 15/06 nelle acque profonde angolane comprendente lo sviluppo dei campi di Sangos, Cinguvu, Mpungi, Mpungi North, Ochigufu e di Vandumbu, ad una profondità d’acqua che va da 1.000 a 1.500 metri. Con un anticipo di 5 mesi rispetto al piano di sviluppo e con un time-to-market tra i migliori del settore, Eni ha avviato la produzione sempre in Angola anche dell’East Hub Development Project.
Quest’anno sarà avviata la produzione del progetto Jangkrik, uno dei primi progetti a gas in acque profonde in Indonesia sviluppato con uno schema di esecuzione accelerato (fast-track scheme) e comprendente i giacimenti a gas Jangkrik e Jangkrik Nord Est. Sulla base di due accordi firmati da Eni, insieme con i suoi partner ENGIE (precedentemente GDF SUEZ) e Saka Energi Muara Bakau, con PT Pertamina (Persero) per la compravendita del gas naturale liquefatto (GNL) prodotto dal campo a gas Jangkrik, a partire da quest’anno Pertamina si impegna ad acquistare 1,4 milioni di tonnellate all’anno di GNL.
Una sfida coraggiosa: Zohr
Entrerà a pieno regime entro fine anno Zohr, il più grande giacimento di gas naturale mai rinvenuto nel Mediterraneo, con un potenziale complessivo a 850 miliardi di metri cubi di gas in posto, scoperto da Eni nell’agosto del 2015. Il progetto Zohr conferma Eni al top nel settore dell’esplorazione e della messa in produzione rapida delle scoperte.
L’ad di Eni Claudio Descalzi a gennaio è stato ricevuto dal Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, incontro in cui aveva confermato lo sviluppo ultra accelerato di Zohr con l’avvio della produzione previsto alla fine del 2017, a soli due anni dalla scoperta. A febbraio Descalzi, Bob Dudley, Amministratore Delegato di BP e il Ministro del Petrolio Egiziano, Tarek El Molla, hanno firmato, alla presenza del Primo Ministro Sherif Ismail, l’atto che perfeziona la cessione a BP della quota del 10% nella concessione di Shorouk, nell’offshore dell’Egitto. Eni e BP avevano concordato la vendita della quota nella concessione, nella quale si trova il giacimento super-giant a gas di Zohr, a novembre 2016.
E dopo Zohr, Eni raggiunge un nuovo grande risultato nell’ambito dell’esplorazione in Egitto. Eni e BP infatti sono partner anche nel giacimento di Nooros, scoperto nel luglio del 2015 nell’offshore del Delta del Nilo, che in 13 mesi ha raggiunto, prima del previsto, una produzione di gas pari a 20 milioni di metri cubi al giorno, un record straordinario ottenuto grazie alla competenza del team operativo.