Economia

Eni: primo semestre si chiude in bellezza, volano i conti

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Sale nel primo semestre l’utile netto di Eni, che tocca i 2,2 miliardi di euro (+124%) mentre l’utile netto adjusted tocca 1,74 miliardi.

Risultati in forte crescita per il gruppo guidato da Descalzi grazie al prezzo del Brent e alla performance dell’Exploration & production.  Nel secondo trimestre l’utile netto è salito a 1,25 miliardi e quello adjusted a 0,77 miliardi (+66%), mentre l’utile operativo adjusted è cresciuto del 152% nel trimestre a 2,56 miliardi e a 4,94 miliardi nel semestre (+73%). Eni inoltre ha proposto un acconto sul dividendo 2018 di 0,42 euro per azione, a valere sul dividendo annuo di 0,83 per azione.

“Nel secondo trimestre, come già nel primo, Eni ha proseguito nel trend di forte miglioramento della redditività che aumenta del 152% a fronte di una crescita del Brent in euro del 38%, trainata dalla performance del business E&P che ha più che triplicato il suo contributo”.

Così Claudio Descalzi, ad di Eni commentando i risultati indicando:

“La generazione di cassa consolidata è anch’essa nettamente cresciuta, spinta dal prezzo Brent e dalla maggiore produzione con un contributo per barile che sale a 20 dollari, consentendoci di confermare la riduzione a 55 dollari/barile della nostra cash neutrality per il 2018 (…) il debito netto prosegue nella sua discesa portandosi al di sotto di 10 miliardi, livello più basso registrato negli ultimi 11 anni. Su queste basi confermerò al consiglio del 13 settembre la proposta di un acconto dividendo di 0,42 euro per azione”.

In forte crescita anche la produzione di idrocarburi di Eni che viaggia a quota 1,86 milioni di boe/giorno registrando un +5,2% nel secondo trimestre e un +4,6% nel primo semestre. Al netto dell’effetto prezzo nei Psa, precisa Eni, la crescita si attesta a +6,6% nel trimestre e a +5,4% nel semestre; crescita produttiva sostenuta dai ramp-up dei grandi progetti avviati di recente: Zohr, Noroos, Jangkrik, Octp, Ochigufu, Nene’ fase 2; maggior contributo di Kashagan e di Val d’Agri (fermata nel secondo trimestre 2017) e ingresso in Abu Dhabi.

E per il 2018 Eni prevede una crescita del 4% rispetto al 2017 allo scenario di budget di 60 dollari/bl, corrispondente a un livello di circa 1,9 milioni di boe/giorno, un incremento sostenuto dal ramp-up degli avvii 2017 in particolare in Egitto, Indonesia e Ghana, dal maggior contributo dei giacimenti Kashagan, Goliat e Val d’Agri, dagli start-up di nuovi progetti in particolare in Angola, Libia e Ghana, e dal contributo dell’iniziativa negli Emirati Arabi, in parte compensati prevalentemente dai declini delle produzioni mature.