Per rispondere al meglio ai tre grandi shock che hanno investito nell’ultimo triennio il settore dell’energia – crollo dei consumi di gas in Europa, calo della domanda di petrolio in Europa e del margine di raffinazione e la caduta del prezzo del petrolio – Eni ha deciso di avviare un processo di trasformazione e ristrutturazione dell’azienda, investendo nelle tecnologie, nelle sue persone e nella capacità di valorizzare i propri asset.
Tre i pilastri su cui ha lavorato la società del cane a sei zampe:
- trasformazione dell’azienda in una società oil&gas integrata;
- ristrutturazione del mid-downstream – vi rientrano tutte le attività di trasporto e stoccaggio degli idrocarburi, mentre il processo di raffinazione del greggio nei derivati, mentre la distribuzione e la vendita sul mercato dei prodotti raffinati sono attività downstream;
- rafforzamento del business upstream, il settore chiave di Eni, ossia l’attività di scoperta ed estrazione del greggio, per renderlo competitivo anche in uno scenario di prezzi bassi.
I sette progetti record di Eni
Sono sette i progetti realizzati da Eni tutti accomunati da un solo fattore, ossia l’essere andati in produzione in tempi da record, tutti progetti realizzati, o in fase di realizzazione, attraverso importanti risparmi di tempo e di costi. Come? Il segreto è stato svolgere in simultanea attività di analisi propedeutiche allo sviluppo, fin dalle prime fasi della campagna esplorativa, grazie a strumenti tecnologici chiave, essenziali per la gestione dell’incertezza.
Ecco di seguito i progetti record di Eni:
- Angola WEST HUB: lo sviluppo del progetto è avvenuto in soli 44 mesi a partire dalla dichiarazione di scoperta commerciale e rappresenta un risultato al top dell’industria per gli sviluppi in acque profonde. Nel dicembre 2014 è stata avviata la produzione di West Hub, primo progetto in produzione operato da Eni in Angola, con un livello iniziale di 45 kb di olio al giorno ottenuti attraverso la FPSO ‘Ngoma.
- Angola EAST HUB: grazie alla visione nello sviluppo dei giacimenti e nella gestione dei progetti, Eni è riuscita ad avviare l’East Hub con un time-to-market di 3 anni e un anticipo di 5 mesi rispetto al programma originario.
- Repubblica del Congo – Nenè Marine: a 8 mesi dal permesso di produzione, il 29 dicembre del 2014 il campo Nené Marine è stato avviato in produzione. Il progetto è stato realizzato in un tempo brevissimo, un anno, addirittura in anticipo rispetto alle previsioni iniziali.
- Egitto – Nooros: in 13 mesi Nooros ha raggiunto, prima del previsto, un record straordinario ottenuto grazie alla competenza del team operativo. Un importante successo nell’ambito della strategia esplorativa near field, finalizzata all’accertamento della presenza di ulteriori riserve localizzate in prossimità di infrastrutture esistenti.
- Egitto- Zohr: è il più grande giacimento di gas naturale mai rinvenuto nel Mediterraneo. A febbraio 2016 è stato completato l’iter autorizzativo. Lo sviluppo è ultra accelerato con l’avvio della produzione previsto alla fine del 2017, a soli due anni dalla scoperta.
- Ghana- Octp: per tale progetto la produzione è partita sabato scorso, ovvero 2 anni e mezzo dalla data di sanzionamento del progetto del 30 dicembre 2014. Il progetto OCTP Cape Three Points potrà fornire gas alle centrali termoelettriche del Ghana per più di 15 anni, fornendo un contributo significativo al fabbisogno energetico e allo sviluppo economico del Paese.
- Indonesia – Jangkrik: la produzione dei campi Jangkrik e Jangkrik NE è stata avviata il 15 maggio, con un time to market di soli 3 anni e mezzo dalla FID e, proprio grazie alla strategia di “near field exploration”, la FPU sarà funzionale, come hub, non solo ai campi di “Jangkrik Complex”, ma anche alla nuova scoperta denominata Merakes.