Prosegue la stagione di trimestrali a Piazza Affari con i conti di Eni, il colosso italiano del petrolio e del gas, che ha riscontrato una diminuzione dei profitti nel secondo trimestre, principalmente a causa della diminuzione dei prezzi dell’energia. Tuttavia, l’azienda ha superato le stime degli analisti, allineandosi con i risultati dei suoi peers. Eni ha mantenuto il suo target di buyback di azioni del 2023 di €2,2 miliardi e ha riconfermato il dividendo.
Utili sopra le attese nel 2Q
Nel secondo trimestre Eni ha riportato un utile netto rettificato di 1,94 miliardi di euro, decisamente superiore agli 1,63 miliardi stimati dagli analisti (consensus Bloomberg) nonostante un calo del 49% su base annua.
Anche l’utile operativo adjusted, malgrado una riduzione del 42% rispetto al secondo trimestre 2022, è risultato superiore alle attese, attestandosi a 3,38 miliardi contro i 2,69 miliardi previsti.
Per quanto riguarda le altre metriche fondamentali, la produzione si è attestata a 1,61 milioni di barili (+2%), in linea con le aspettative degli analisti.
Il flusso di cassa operativo è cresciuto del 6% a 4,44 miliardi, rispetto ai 3,64 miliardi stimati, mentre la posizione finanziaria netta è negativa per 12,9 miliardi, per un indebitamento netto inferiore alle attese di oltre 13 miliardi.
Migliorano le stime sul 2023 nonostante un quadro meno favorevole
Eni ha confermato la guidance sull’Ebit adjusted 2023 a €12 miliardi, malgrado il peggioramento dello scenario, con un flusso di cassa atteso nell’intervallo €15,5-16 mld (prima era maggiore di 16 mld), grazie al miglioramento previsto della prestazione industriale (+2 mld). L’azienda prevede ora un prezzo del gas naturale di €484 per mille metri cubi, rispetto ai €529 precedenti, e il Brent a $80 al barile, in calo rispetto agli $85 precedenti.
La nuova previsione sugli investimenti è inferiore a €9 mld, rispetto alla precedente di 9,2 mld, mentre il leverage è atteso entro l’intervallo dichiarato di 0,1-0,2.
Con riferimento alla produzione di idrocarburi nel segmento E&P (Exploration & Production), Eni ribadisce la guidance di 1,63-1,67 milioni di barili al giorno per il 2023. Nel terzo trimestre 2023 la produzione è prevista a circa 1,63 mln di boe/g. Confermato anche l’obiettivo esplorativo di 700 mln di boe di nuove risorse.
Per quanto riguarda il GGP (Global Gas & LNG Portfolio), viene rivista al rialzo la guidance sull’Ebit adjusted nell’intervallo €2,7 mld – €3,0 mld nell’anno, rispetto alla previsione di €2 mld – €2,2 mld, dopo gli 1,1 miliardi del 2Q grazie ai benefici relativi alle clausole contrattuali, alle rinegoziazioni e ai regolamenti.
Infine, relativamente a Plenitude & Power, è previsto un Ebitda proforma adjusted di €0,8 mld, rispetto alla precedente stima superiore a €0,7 mld. Ricordiamo che il progetto di quotazione di Plenitude potrebbe slittare al 2024, viste le condizioni di mercato.
Il Commento del Ceo Descalzi
Claudio Descalzi, AD di Eni, ha fatto notare che, “nel secondo trimestre 2023 Eni ha ottenuto eccellenti risultati operativi e finanziari in un contesto di mercato meno favorevole. Sottolineiamo questa resilienza dopo che Eni, nel precedente e ben più positivo scenario, era stata in grado di coglierne al meglio le opportunità. Oltre ad aver raggiunto traguardi finanziari positivi, Eni ha realizzato importanti progressi nella attuazione della propria strategia in tutti i settori di attività”.
Descalzi ha messo in evidenza “l’utile operativo adjusted del secondo trimestre, pari a €3,4 miliardi, che sale a €4,2 miliardi includendo il contributo delle JV/collegate”. L’utile, ha spiegato il Ceo, “è stato trainato dai solidi risultati di una E&P in crescita e da un’altra eccellente performance di GGP. Mentre lo scenario di mercato ha condizionato la raffinazione e la chimica, Sustainable Mobility e Plenitude continuano a registrare crescita di utili e di capacità in linea con il piano e nonostante le volatili condizioni esterne”.
“Il flusso di cassa adjusted è stato rilevante, pari a €4,2 mld, ben superiore alle esigenze di finanziamento degli investimenti di €2,6 mld. Nel primo semestre 2023, anche scontando il fabbisogno del capitale circolante, abbiamo ottenuto circa €3 mld di flusso di cassa discrezionale, in grado di coprire quasi per intero l’esborso per il dividendo 2023”.
Descalzi, infine, ha evidenziato che, “considerando l’andamento del primo semestre e il chiaro progresso dei nostri settori di attività, che porta a un miglioramento nella previsione dei risultati ad anno intero, si confermano i solidi fondamentali sulla cui base corrispondere a settembre la prima rata trimestrale del dividendo annuo di €0,94 per azione, aumentato rispetto all’esercizio precedente, nonché proseguire il programma di riacquisto di azioni da €2,2 mld avviato a maggio”.
Analisti e borsa
Dopo la pubblicazione dei risultati, il titolo viaggia poco mosso a Piazza Affari (+0,1%), in area 13,74 euro, rispetto al -0,3% del Ftse Mib. Da inizio anno, le azioni del colosso dell’oil&gas hanno guadagnato un modesto 3,5%, contro il 24,3% dell’indice principale.
La panoramica dei giudizi, raccolti da Bloomberg, degli analisti che seguono Eni mostra 18 raccomandazioni Buy e 13 Hold, con un target price medio (tra i 25 studi più aggiornati) di 16,23 euro. Tale valutazione implica un rendimento potenziale del 18% rispetto alla quotazione attuale.
La view di Equita Sim
Il secondo trimestre di Eni è stato pienamente soddisfacente secondo gli analisti di Equita Sim, che apprezzano anche il miglioramento dell’outlook a parità di scenario.
“L’utile netto adjusted è risultato in declino prevalentemente per la discesa dei prezzi degli idrocarburi (Brent -31% yoy, Gas hub Europeo -65% yoy). EBIT, utile netto e flusso di cassa operativo adjustes sono materialmente superiori alle attese, rispettivamente del 21%, 13% e 28%.”
A livello divisionale, il business GGP è risultato migliore delle stime, così come il comparto downstream e i costi corporate, mentre l’E&P è risultato “marginalmente inferiore”.
Equita ritiene che “il nuovo set informativo abbia implicazioni positive per il titolo e per le stime”, per una serie di fattori:
- “I risultati sono significativamente migliori delle nostre attese e quelle di consensus;
- l`outlook FY23 sul CFFO è migliore delle nostre attese con ipotesi di scenario in linea (l’effetto negativo della variazione di scenario sarebbe stata di €1 bn su EBIT/CFFO);
- La qualità degli utili è buona data la performance della generazione di cassa migliore degli utili;
- Il FCF implicito è praticamente invariato con $5/bbl di Brent in meno nello scenario;
- La remunerazione è confermata: DPS €0,94, Buyback €2,2 miliardi che rappresentano circa il 33% del CFFO (di poco superiore al range 25%-30% target di Eni).”
Pertanto, la Sim milanese conferma il giudizio Buy con prezzo obiettivo pari a 19,5 euro.