ROMA (WSI) – Si scrive Palantir, si legge augmentation intelligence. Si tratta dell’ennesimo software di analisi dei big data, messo appunto tre anni fa negli USA. E il suo utilizzo ha alimentato una nuvola di dietrologie. Secondo Piergiorgio Bassi di Pgb Group (esclusivista di Palantir per l’Italia), è un software che può cambiare il modo di acquisire le informazioni.
«Sicurezza, comunicazione, sanità ed energia sono in piena rivoluzione grazie a Palantir, che dilagherà in Italia entro il 2020», assicura Bassi.
D’altra parte, il sistema di analisi Palantir è già sperimentato. «É in Italia fin dal 2011», continua Bassi. «Sostiene le analisi investigative dei Carabinieri del Ros. E al momento è sperimentato da numerosi centri nazionali strategici come Agenzia delle Entrate, Equitalia, Poste Italiane, Polizia di Stato, Centro Intelligence Interforze».
VEGGENTE
Fra gli specialisti , la fama di Palantir echeggiò da quando Osam bin Laden parlò davanti a uno scorcio montagnoso e poi diffuse il video. Cinque minuti dopo la comparsa delle immagini in video, una salva di missili fece tabula rasa del teatro di posa di Osama, che però si era spostato per tempo. Mangiata la foglia, da allora l’ex capo di Al Qaeda ha preferito un sobrio telo bianco come sfondo.
Palantir (nome della pietra veggente nel Signore degli Anelli) promette di rivoluzionare la soluzione di problemi a infinite e mutevolissime variabili, fornendo dati in tempo reale agli analisti umani, per scomporre, parzializzare e risolvere una query, fronteggiandone qualunque mutazione, scegliendo tra una moltitudine di dati quelli appropriati, istante per istante, confrontandoli con quelli di altri scenari o di altri innumerevoli data base, senza limitazioni di quantità e qualità, né di fonti né di stoccaggio, autocorreggendo errori, dati e procedure, alla massima velocità possibile: nano secondi per risolvere problemi specifici; pochi minuti per «riconoscere» le montagne alle spalle di Osama, confrontare in tempo reale milioni di mappe e passare le coordinate alla centrale di tiro missili. La guerra ancora una volta accelera l’innovazione tecnologica.
Negli USA, era il 2012, la «pietra veggente» ha scovato una rete di spie russe i cui messaggi segreti erano nascosti nei pixel di innocenti fotografie da turisti, impercettibilmente differenti dall’originale. Impercettibili? Non per Palantir, che ha individuato duo o tre pixel fuori posto, letto i messaggi e decrittato il contenuto. In precedenza aveva illuminato volti, targhe, rifugi, voci e comunicazioni di criminali russi, truffatori milionari ai danni di Pay Pal. Palantir è infatti utilizzato anche per scopi civili, come frodi fiscali e contabili, traffici di merci e di esseri umani.
L’information management, cuore del sistema, che dirige flussi, sicurezza e analisi delle informazioni, è l’unico componente di Palantir che esige una licenza. Governa quattro componenti strategiche; dispatch service che gestisce le interazioni tra utenti, sistema e flusso dati; job service, che realizza con continuità le innumerevoli operazioni asincrone; search service e horizon service che rispondono alle query, non importa quanto complicate, degli utenti e costruiscono gli scenari e ambienti di risposta. Entrambi i Services sono attagliabili alle reali esigenze dell’utenza.
I costi? Si parte da un minimo di 8-10 milioni di euro, secondo fonti ben informate. L’Agenzia delle Entrate e i vertici del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza non hanno però confermato.
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