Economia

Eredità: come gestirla al meglio, gli errori da evitare

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Ricevere una grossa somma in eredità potrebbe innescare reazioni psicologiche analoghe a quelle sperimentate dai vincitori delle lotterie: in entrambi i casi l’essere entrati in possesso di denaro non guadagnato con i propri sforzi aumenterebbe il rischio di cattive decisioni finanziarie. Ne ha parlato, su Bloomberg, l’esperta di finanza personale e Schwartz professor di economia presso la NY School for Social Research, Teresa Ghilarducci.

“Gli studi sui vincitori della lotteria e sugli eredi mostrano pochi cambiamenti nella loro ricchezza nel tempo, perché non diventano davvero più abili riguardo alle gestione delle finanze”, ha dichiarato l’esperta, “o si sbizzarriscono o fanno investimenti sconsiderati”. Già il premio Nobel per l’economia, Richard Thaler, aveva elaborato un concetto di “Mental accounting”, in base al quale di fronte a denaro ottenuto senza fatica, il nostro cervello sarà più disposto a renderlo disponibile per operazioni ad alto rischio.

Uno studio datato 2012, infatti, aveva messo in luce come la metà del denaro ricevuto in eredità venisse “speso o perduto attraverso cattivi investimenti in tempi brevi”.

Eredità: le opzioni per gestire al meglio il patrimonio

Di fronte all’arrivo di un’eredità, ha spiegato Ghilarducci, si aprono varie possibilità finanziarie, fra cui ridurre i debiti in essere o l’investimento in vista di un obiettivo a lungo termine come la pensione.

Quella di puntare sulla riduzione del debito sembra, a prima vista, una scelta prudente.
Ghilarducci, però, ha invitato a rifletterci bene. “In primo luogo, ripagare qualsiasi debito ad alto interesse, come le fatture della carta di credito, senza arrivare alla radice dei motivi per quali avete speso più del vostro reddito non farà molto per impedirvi di farlo di nuovo”. Una volta che il debito fosse ripagato, comunque, le somme che mensilmente venivano destinate alle rate dovrebbero, idealmente, essere investite. Anche qui, però, “le ricerche mostrano che la maggior parte delle persone non sono abbastanza disciplinate per farlo”, ha scritto l’esperta.

Nel caso in cui il peso del debito possa essere coperto, realisticamente, dai ritorni annui di “un fondo indicizzato a fee ridotta azionario obbligazionario” potrebbe essere davvero più conveniente concentrarsi sull’altra priorità: il risparmio previdenziale. Questo anche alla luce del fatto che la maggioranza delle persone, ha affermato Ghilarducci, ha messo da parte molto meno denaro di quanto non sia comunemente suggerito dagli esperti”.

L’esperta, inoltre, ha suggerito di evitare grosse decisioni finanziarie nel periodo immediatamente successivo all’incasso dell’eredità, spesso contraddistinto dalla sofferenza emotiva dettata dalla perdita di un genitore. Sulla base delle evidenze di alcuni studi, infine, è più saggio non rendere pubblica l’entrata in possesso della somma: anche questo aumenterebbe la probabilità di spese eccessive per sé o per gli altri.

Come preparare i figli

Per quanto riguarda invece, la preparazione degli eredi alla gestione del patrimonio di famiglia, a fornire alcune linee guida, nel gennaio 2019, era stata JP Morgan Private Bank. I figli “rischiano di dilapidare il denaro come fosse acqua fresca se non sono in grado di intravedere un valore in esso”, aveva dichiarato Oliver Gregson, numero uno di JPMorgan Private Bank a Londra, “è una situazione complessa, ma che può portare a grandi rimorsi se non viene affrontata per tempo”.

Secondo la banca americana i passaggi fondamentali per preparare i figli a una gestione oculata dell’eredità sono l’introduzione precoce al denaro tramite il classico salvadanaio, e aprire già all’età 9 anni il primo conto corrente personale del figlio. A partire dall’adolescenza sarà il momento di incoraggiare la creazione di budget.
Non conviene, invece, nascondere le fonti delle fortune di famiglia o eludere il discorso sull’eredità. Anzì, parlare dell’eredità permetterà di far capire quale sia la posta in gioco e stimolare la ricerca di nuove competenze per gestire la sfida.