Non è ancora nata ma è stata battezzata come l'”eredità di cittadinanza”. Diecimila sterline a testa, poco più di 11mila euro, versati dallo Stato a ogni cittadino una volta compiuti i 25 anni per aiutarlo a trovare casa, formarsi o aprire una impresa.
È la proposta che arriva da Resolution Foundation, autorevole think tank che per due anni ha studiato la problematica situazione generazionale dei millennials, e che sta accendendo il dibattito in Gran Bretagna. L’idea ha l’obiettivo di favorire dare un equilibrio tra i 50/60enni che hanno pensioni sicure e case di proprietà, (baby boomer), e i 20/30enne (millenial), ai quali si prospetta un futuro incerto.
Dopo due anni di studi, il gruppo di lavoro presieduto dall’ex ministro conservatore David Willetts e composto da Frances O’Grady, segretario generale della Tuc, la confederazione dei sindacati, e da Carolyn Fairbairn, direttrice della Confindustria britannica, ha stilato un rapporto che contiene una serie di dati allarmanti: nel Regno Unito, il 50% dei millennial avrà una vita peggiore rispetto a quella dei propri genitori. In Italia la quota è del 48%, in Francia addirittura del 71%.
“Le generazioni più giovani stanno sopportando più rischi e detengono meno risorse rispetto ai loro predecessori”, si legge nel rapporto: “Abbiamo bisogno di correggere questo squilibrio se vogliamo mantenere la promessa di una democrazia basata sulla proprietà dei beni”.
Secondo gli esperti, si è rotto un patto generazionale e va ricucito. Come? Dando a ogni persona che ha compiuto 25 anni 10mila sterline. La somma forfettaria, secondo la proposta, sarebbe finanziata attraverso una modifica della tassa di successione, che comporterebbe una imposizione generale su doni ed eredità ricevute del 30% (attualmente nel Regno Unito è del 40%, ma solo sopra una soglia di 1 milione di sterline). Anche per questo, la proposta è stata ribattezzata “eredità di cittadinanza”.