Il contenuto di questo articolo esprime esclusivamente il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – «Ma mi faccia il piacere. Come
diceva l’Avvocato, s’innamorano
solo le cameriere, che poi ne
parlano e ne raccontano fra loro».
Edmondo Berselli non crede affatto
che alla base dei nuovi Fini,
Cofferati e Berlusconi visti di recente
vi siano le dicerie, vere o
presunte, sui loro amori. «La mossa
di Fini sul referendum, per
esempio, è stato un calcolo giocato
a freddo per ricollocarsi politicamente.
Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER
Una questione di
marketing, insomma. I rappresentanti
del cattolicesimo nazionale
ci sono già (Follini e Casini).
Fini ha pensato bene di appropriarsi
dello spazio laico. Trovando
così una collocazione che gli
consenta d’essere ai blocchi di
partenza quando si
parlerà di premiership.
Del resto ho
sempre pensato che
Fini avesse un progetto
politico. E che questo
consistesse nel liberarsi
del suo partito,
come abbiamo visto
attraverso la liquidazione
dell’eredità fascista, il voto
agli immigrati e il referendum».
E Cofferati allora? Lui d’essere
cambiato per amore l’ha praticamente
confessato. «Cofferati
ha assunto posizioni condivisibili
dal punto di vista dell’amministrazione
cittadina,ma il suo innamoramento
non c’entra niente. E
se vuole sapere la mia, al solo
pensiero che un politico s’innamori
inorridisco». Come scusi?
«Ma certo. Qualsiasi politico dai
cinquant’anni in su che si innamori
è disdicevole. E non sto facendo
il moralista. Non dico certo
che, seppur sposato e con moglie
e figli a carico, un politico non
possa farsi le scopate. Per carità.
Anzi, che se le faccia le scopate.
Sono convinto che chiunque debba
scopare chi gli pare. Ma sono
per le amanti nascoste, non per i
fidanzatini di Peynet.
Un tempo si
favoleggiava di politici che avevano
una netta propensione per le
gonnelle. Ecco, io sono per il politico
che va con Moana Pozzi, e
poi a palazzo Chigi gestisce in
maniera decisionista i problemi
del paese. Ma di un politico che
s’innamora non mi fido, lo trovo
disgustoso». Si spieghi. «Un uomo
politico non deve apparire
fragile rispetto alla propria emotività.
Innamorarsi è segno di debolezza
e fragilità culturale, mentre
queste persone dovrebbero coltivare
l’autocontrollo. La politica
è un mestiere a tempo pieno.
Quella italiana soprattutto è fatta
da persone che sono già di per
sé poco affidabili: se pure s’innamorano
chi gli crede
più? I politici dovrebbero
star lì con
la lucina sempre accesa,
a fingere di pensare
ai problemi del
paese. Che dovrebbe
essere rassicurato e
tenuto ben all’oscuro
da certe cose. I nostri
invece dimenticano il senso
conformista e si mostrano incapaci
di star dentro alle convenzioni
che vengono col mestiere».
Però l’andropausa prima o
poi colpisce tutti. «Macché andropausa.
Il politico cinquantenne
che s’innamora è vittima sì,ma di
una sindrome epocale. Avendo
smesso di credere in qualsiasi cosa,
non crede più neanche al clima
monogamico. E viene preso
per incantamento. Periodicamente.
Ma è una visione sciocchina
delle cose,che appartiene a un
clima da tv, Novella 2000 e Dagospia,
e per cui a palazzo Chigi, come
a Montecitorio e nell’opposizione,
non c’è spazio. Che facciano
i politici, quindi, e non ci vengano
a parlare di fragilità emotiva.
Non ce ne frega proprio niente,
anzi ci fa orrore».
Copyright © Il Riformista per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved