Anche in periodi di turbolenze delle Borse, la finanza sostenibile continua a battere il mercato. Lo rileva il rapporto della Consob intitolato “Principali tendenze in tema di investimenti sostenibili e criptoattività”, che indica per gli indici Esg di riferimento performance leggermente superiori a fronte di volatilità analoga o un po’ inferiore rispetto al mercato, anche in un periodo con rendimenti medi negativi come nei primi cinque mesi del 2022.
L’Europa traina la finanza sostenibile
Sul fronte dell’offerta di strumenti finanziari sostenibili, l’Europa vede confermato il suo ruolo trainante: a giugno 2022, l’aggregato globale delle emissioni di obbligazioni ESG è infatti riferibile ai paesi europei per il 50% circa mentre il patrimonio di fondi comuni di investimento ESG europei pesa più dell’80% sul dato globale.
In questo contesto, i fondi Esg superano quota 5 mila in Europa a marzo 2022 e raggiungono un patrimonio complessivo vicino 2.300 miliardi di dollari, in crescita del 40% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente. Solo in Italia, alla fine del primo trimestre, ci sono più di 1.900 fondi Esg, con un patrimonio di 431 milioni di euro, in forte aumento dai 295 milioni di marzo 2021. Sul fronte delle emissioni di obbligazioni Esg:
- le obbligazioni green costituiscono il 60% del totale emesso;
- i bond sostenibili (ossia legate al finanziamento di progetti o attività con impatti positivi sotto il profilo sia ambientale sia sociale) sono pari al 26% del totale;
- le emissioni social (ossia finalizzate a finanziare progetti a impatto sociale positivo) rappresentano il 14% del totale.
Faro sulle criptovalute
Il rapporto fa luce anche sulle criptovalute e ne censisce oltre 10.300 ad aprile 2022: un numero oltre quattro volte superiore rispetto all’inizio del 2020. Anche la capitalizzazione ha registrato un aumento significativo, sebbene rimanga contenuta nel confronto con la capitalizzazione dei mercati azionari (2,5% del valore aggregato dello S&P500 e dello Stoxx Europe 600).
A fine maggio 2022, oltre il 60% della capitalizzazione totale delle criptovalute era riferibile a Bitcoin ed Ether, mentre il dato si attesta al 13% con riguardo alle stablecoin.
Per quanto riguarda la sicurezza cibernetica delle applicazioni sottostanti alle criptoattività, Consob rileva delle “criticità rilevanti”. Secondo alcune fonti, da settembre 2020 a fine maggio 2022, l’ammontare complessivo di fondi sottratti alle applicazioni di finanza decentralizzata (DeFi) a seguito di attacchi informatici ha superato i 2 miliardi di dollari, con l’incremento più consistente nel 2022.
La quota di popolazione che possiede criptoattività raggiunge i massimi in Ucraina e Russia (rispettivamente 13% e 12%), mentre tra le maggiori economie europee oscilla tra il 5% nel Regno Unito e il 2% in Italia. A livello globale, è aumentato anche il patrimonio dei fondi comuni dedicati all’investimento in criptoattività, che secondo le stime di alcuni analisti sarebbe passato da 36 miliardi di dollari a fine 2020 a quasi 70 miliardi a marzo 2022, con una diffusione più rilevante nel Nord America.