Il 96% degli intervistati italiani (più della media europea) prevede nei prossimi 12 mesi un trend stabile o in crescita per gli ETF ESG. Gli ETF acronimo di Exchange Traded Funds) sono fondi o sicav a basse commissioni di gestione negoziati in Borsa come le normali azioni e, come riporta Borsa Italiana, si caratterizzano per il fatto di avere come unico obiettivo quello di replicare fedelmente l’andamento e quindi il rendimento di indici azionari, obbligazionari o di materie prime. Così emerge dal sondaggio biennale European ESG ETF Barometer di BNP Paribas Asset Management, condotto per la prima volta ad aprile di quest’anno, che monitora il cambiamento delle prospettive e delle prassi di investimento sostenibili degli investitori europei nel tempo. L’indagine nel dettaglio riflette le opinioni di 250 responsabili dell’investimento di assicurazioni, fondi pensione, asset manager e wealth manager di Francia, Germania, Italia, Svizzera e Regno Unito, analizzando la loro visione sull’evoluzione del panorama degli ETF, nonché sull’integrazione ESG, sulle opportunità nel campo dell’investimento tematico, sul contesto normativo e sui rischi ESG nell’investimento.
Gli ETF ESG
Il fattore ESG è determinante quando si parla di investimenti, tanto che gli ETF ESG rappresentano il 16% di tutti gli attivi degli ETF europei, con il 91% degli investitori intervistati che si aspetta che questo livello rimanga stabile o aumenti nei prossimi 12 mesi, percentuale che sale al 96% per il mercato italiano e nel Regno Unito. Considerazione primaria nel decidere con chi investire, per il 57% del campione sono la credibilità e le credenziali ESG dei gestori patrimoniali. A livello geografico, gli investitori in Svizzera (72%) e nel Regno Unito (68%) sono maggiormente interessati a un approccio tematico all’investimento ESG, mentre in Italia il dato è del 50% e in Francia del 36%.
La ricerca inoltre rivela che le assicurazioni e i fondi pensione sono particolarmente ottimisti sulle prospettive degli ETF ESG: il 91% prevede che la quota di attivi detenuti negli ETF ESG rimanga stabile o cresca. Analizzando i dati per paese, gli intervistati nel Regno Unito (96%) e in Italia (96%) si sono dimostrati i più convinti sulle prospettive di crescita. Al contrario, solo il 6% degli intervistati prevede un importante calo del valore degli attivi ESG nei prossimi 12 mesi.
L’indagine ha anche rivelato che, nel selezionare gli ETF ESG, la credibilità e le credenziali ESG dei gestori patrimoniali sono una considerazione primaria nello scegliere a chi destinare i propri patrimoni: il 57% degli investitori fanno rientrare questo parametro tra i loro primi tre criteri di scelta. Tuttavia, gli intervistati in Germania e Svizzera hanno attribuito maggiore importanza alle etichette e alle certificazioni dei fondi ESG, con il 46% in entrambi i Paesi che classificano questi requisiti tra le prime tre priorità.
Gli investitori inoltre vorrebbero una maggiore enfasi sulle questioni sociali nell’ambito dell’impegno ESG e delle pratiche di voto, con il 43% del campione che desidera concentrarsi maggiormente sui diritti dei dipendenti e il 42% sulla diversità nei consigli di amministrazione. Tuttavia, i wealth manager intervistati sembrano più focalizzati sulle questioni ambientali, visto che il 55% di essi afferma di desiderare più informazioni sull’impatto climatico, e auspica che al tema delle emissioni di gas serra sia assegnata la priorità nell’attività di engagement e stewardship.
Trattando di preferenze in materia di integrazione ESG, emergono notevoli differenze tra tipologie di operatori e Paesi. L’approccio tematico all’investimento ESG si rivela un elemento chiave per gli intervistati svizzeri (72%) e britannici (68%), ma meno per gli intervistati francesi (36%). I wealth manager propendono a citare gli investimenti ad impatto come importanti (63%), mentre gli asset manager considerano il coinvolgimento e la stewardship come l’aspetto più rilevante dell’integrazione ESG (57%).
I temi più interessanti? Sicuramente l’economia circolare. Nel complesso, il 61% di essi si aspetta di concentrare la propria attenzione principalmente su questo tema nei prossimi 12 mesi. La maggiore domanda si osserva in Germania (88%), Francia (66%) e Italia (62%). Insieme alla “blue economy” (gli oceani), l’economia circolare si dimostra particolarmente popolare tra le assicurazioni e i fondi pensione, mentre gli asset manager e i wealth manager considerano l’accesso all’istruzione come un aspetto significativo per i loro investimenti tematici ESG.