Gli investitori professionali hanno iniziato a comprendere il valore di Ethereum come il network regolamentato più dominante
di Eliézer Ndinga, Research team di 21Shares
Per la prima volta nella sua storia, Ethereum ha superato il valore di mercato di 300 miliardi di dollari e attualmente è scambiato ad oltre 3.000 dollari, ovvero 2,5 volte il precedente massimo storico di 1.300 USD, registrato nel gennaio del 2018. Dall’inizio dell’anno, Ethereum ha registrato una crescita del 331%, mentre la performance annuale del Bitcoin è del 103%.
Mentre l’istituzionalizzazione del Bitcoin in qualità di riserva di valore emergente è ormai appurata, l’adozione di Ether (ETH) – la criptovaluta nativa di Ethereum – è sottostimata, sebbene sia in corso dalla fine del quarto trimestre dello scorso anno. Infatti, a nostro avviso, con Ethereum stiamo assistendo alle battute iniziali dell’istituzionalizzazione di criptovalute diverse dal Bitcoin. Per trovare la conferma a tutto questo, l’unico modo è osservarne la blockchain, sulla quale noi di 21Shares abbiamo riscontrato un forte incremento del numero di portafogli con almeno 10.000 ETH (circa 33 milioni di dollari), elemento che certifica questo trend.
Dall’altro lato, si è vista una riduzione del numero dei portafogli più piccoli, con la quota di ETH compresa tra 10 e 1.000, dato che i player di mercato traggono maggiore profitto dall’investire negli effetti di lungo periodo delle criptovalute basate sulla finanza decentralizzata.
Ethereum, sempre più utilizzato dagli investitori professionali
Gli investitori professionali hanno iniziato a comprendere il valore di Ethereum come il network regolamentato più dominante, in grado di processare oltre un milione di transazioni ogni giorno, e come la piattaforma più attiva nella creazione di servizi finanziari digitali, o decentralizzati (DeFi). Poche settimane fa, Rothschild Investment Corporation ha investito oltre 4 milioni di dollari in Ether, come ulteriore attestato di riconoscimento.
Inoltre, il tasso d’innovazione sulla blockchain di Ethereum è in rapida crescita e la finanza tradizionale ha riconosciuto le potenzialità di questa tecnologia; per esempio, la scorsa settimana la Banca Europea degli Investimenti, ovvero l’organo preposto agli investimenti dell’Unione Europea, ha emesso token obbligazionari su Ethereum, raccogliendo 100 milioni di euro da meno di dieci investitori. La vendita di questi token è stata gestita da Goldman Sachs, Banco Santander e Societe Generale.
“La tecnologia blockchain e la tokenizzazione delle obbligazioni rappresenta una grande rivoluzione per il settore”, ha dichiarato Christoph Hock, head of multi-asset trading per Union Invest a Francoforte, che ha presso parte all’emissione, “poiché i processi di regolamentazione e compensazione sono notevolmente più semplici ed efficienti.”
La componente ESG
Un ulteriore elemento che ha portato ad una crescita tanto imponente è la componente ESG che, assieme al cambiamento climatico, rappresentano tematiche dominanti tra gli asset manager ed Ethereum trarrà indubbiamente beneficio da ciò.
Infatti, per il mese di luglio è previsto un upgrade del network di Ethereum, chiamato Ethereum Improvement Proposal (EIP) 1559, che farà di Ether una sorta di risorsa scarsa, attraverso un processo che brucia una quota fissa di ETH per ogni transazione; infatti, l’ETH su Ethereum è utilizzato proprio per pagare le commissioni sulle transazioni.
Inoltre, con il passaggio alla Proof of Stake, progettato per consumare meno energia del sistema Proof of Work, previsto per il quarto trimestre di quest’anno, migliorerà l’immagine di Ethereum in qualità di commodity digitale limitata e rispettosa della componente ESG. Sebbene non sia necessariamente analogo all’oro (come il Bitcoin), potremmo definire l’Ether come il carburante o l’energia per l’economia basata sull’Ethereum, composta servizi finanziari digitali (DeFi) e dagli NFT.