ROMA (WSI) – Strumentalizzazioni e calunnie tali che presto arriveranno denunce. Batte così i pugni sul tavolo il procuratore di Arezzo Roberto Rossi che in una lettera inviata alla Commissione di inchiesta sulle banche, presieduta da Pier Ferdinando Casini, si difende dalle accuse di reticenze e omissioni in audizione in merito al caso della banca Etruria.
In particolare Rossi si riferisce al senatore di Idea Andrea Augello che ha parlato di blocchi di indagine che sarebbero stati tenuti nascosti dal procuratore.
“In merito preciso che l’elenco completo dei fascicoli, con l’indicazione dei reati per cui si procede e dello stato dei relativi procedimenti, è già stato consegnato”.
Così nella lettera il procuratore Rossi accusato di non aver comunicato ai membri della commissione parlamentare l’iscrizione nel registro degli indagati di Boschi. Intorno al caso Boschi-Etruria-Rossi si sta consumando una vera e propria battaglia politica. Il tutto è partito da Rossi che, in commissione, alla domanda del grillino Carlo Sibilia, avrebbe detto che né Boschi né gli altri consiglieri erano indagati.
“Boschi non è tra i rinviati a giudizio per bancarotta e che le responsabilità sono da additare ai manager. Non ai consiglieri. Non so perché si dimentica sempre che Boschi entra come amministratore senza deleghe”.
Ma i deputati del M5S allora chiedono conto della denuncia presentata da Consob riguardo le accuse di falso in prospetto riguardo l’emissione delle obbligazioni del 2013, proprio quell’ipotesi di reato per cui ora Boschi risulta indagato. Ed è qui che Rossi chiede di secretare i verbali scatenando il putiferio.
Oltre al padre della Boschi, sarebbero indagati tutti i componenti del cda in carica dal 2011 al 2014. Inoltre come scrive la Stampa, Boschi senior nel periodo in cui era consigliere di Banca Etruria avrebbe ricevuto in totale, tramite una serie di società a lui riferibili, affidamenti proprio dall’istituto aretino tra 6,3 e 9,1 milioni di euro.
“Tra le posizioni anomale c’è la Immobiliare Casabianca, dove Boschi è azionista (con il 16,67%) e consigliere. (…) Per la Valdarno Superiore, una cooperativa agricola dove Boschi è stato consigliere e presidente, i prestiti di Etruria sono molto più grandi. (…) C’è poi il caso della M.e. spa, una società che ha affidi con Etruria per 3,2 milioni di euro classificati «in bonis». In questa società non risultano cariche di Boschi, neppure per il periodo precedente al suo ingresso nel cda della banca. Ma nelle anagrafiche dell’istituto aretino figura una pratica cointestata alla società e a Boschi”.