ROMA (WSI) – L’Euribor (Euro Interbank Offered Rate) è il tasso di interesse, il valore al quale di norma fino a questo momento sono state indicizzate le rate dei mutui a tasso variabile. Quando si parla di Euribor viene subito in mente la grande crisi del 2007 quando impennandosi causò l’aumento record delle rate del mutuo variabile per le famiglie.
Da qui è iniziato un lungo percorso per cambiare la metodologia di determinazione dell’Euribor. Se prima tale processo di basava sulle rivelazioni di circa 22 banche – prima erano 44 – ora si è pensato bene di rendere tale metodo di determinazione dell’Euribor più sicuro e trasparente. Come? Basandosi sulle transazioni effettive avvenute sul mercato.
Tuttavia il percorso di tale riforma, come riporta un articolo de Il Sole 24 Ore, ha incontrato un grosso ostacolo chiamato Emmi, European Money Market Institute che ha bocciato la nuova metodologia di determinazione dell’Euribor perché i valori risultano poco affidabili e molto volatili.
La stessa Emmi ha così proposto una soluzione ibrida per determinare l’Euribor che si basa in parte sulle transazioni di mercati e, qualora queste non fossero disponibili, su altri prezzi ( che però non sono stati precisati). I tempi per attuare tale riforma e la conseguente sperimentazione però si allungano e si arriva almeno al 2019.
Ma cosa significherà cambiare la determinazione dell’Euribor per chi ha alle spalle un mutuo a tasso variabile? Non certo per forza problemi, visto che la soluzione ibrida proposta dall’Emmi potrebbe offrire maggiori garanzie di stabilità.
“Se infatti è vero che la situazione resta quella attuale, con il rischio di manipolazioni sempre dietro l’angolo, è altrettanto evidente che si è per il momento evitata una soluzione che avrebbe portato a risultati molto volatili e quindi poco desiderabili anche per un risparmiatore. Un conto sono gli effetti determinati sulla rata da scostamenti di pochi centesimi (quali quelli che presumibilmente erano stati originati dai comportamenti fraudolenti del passato), un conto è invece l’impatto ben più significativo sul tasso, magari anche qualche decimo o più, che si rischierebbe con un tasso calcolato in base alle transazioni di un mercato illiquido in un momento di tensione”.