ROMA (WSI) – Qualche volta i tassi, per quanto negativi, sbattono contro il pavimento: infatti, si chiama ‘floor’ ed è una clausola del mutuo che impedisce all’Euribor, il tasso di riferimento, di sottrarre interessi dallo spread applicato dalla banca. Di fatto, anche se l’Euribor ha il segno meno, viene considerato come se fosse zero se la clausola è presente nel contratto.
Il problema, però, è che spesso il pavimento c’è anche se il contratto non lo prevede, danneggiando molti italiani con un mutuo a tasso variabile che non scende quanto dovrebbe: lo denuncia da tempo l’Adusbef che, in seguito alle pressioni sulla Banca d’Italia, ha ottenuto pochi risultati su questa pratica quantomeno opaca.
Bankitalia “ha fatto una circolare, che però è stata disattesa. E non ha sanzionato nessuno”, denuncia il presidente dell’Adusbef, Elio Iannutti, intervistato da Linkiesta. Di sanzioni confermate, insomma, non se ne ha notizia per il momento. Nel messaggio della banca centrale diffuso agli istituti lo scorso 3 febbraio si poteva leggere:
“Gli intermediari dovranno astenersi dall’applicare di fatto clausole di “tasso minimo” (“floor clause”) non pubblicizzate e non incluse nella pertinente documentazione di trasparenza e nella modulistica contrattuale”.
Gli istituti che hanno adottato la clausola floor, secondo Altroconsumo sono i seguenti: Banco Popolare, Banca Popolare Emilia Romagna, Credito Valtellinese, Deutsche Bank, Ubi Banca, Unicredit, Unipol Banca e Veneto Banca, che assieme detengono il 53% degli impieghi bancari.
Far valere i propri diritti, però, è possibile. Euribor.it, infatti ha spiegato come procedere alla richiesta di un rimborso.
Innanzitutto “consigliamo ai titolari di un mutuo a tasso variabile di controllare la propria situazione verificando prima di tutto se nel proprio contratto di mutuo sia presente o meno la clausola floor. Se non fosse indicata ma si sta continuando a pagare un tasso di interesse pari allo spread, significa che la banca non sta applicando l’Euribor negativo e in questo caso si avrebbe diritto di chiedere il rimborso di quanto è stato pagato in più.
Fatto questo si può procedere o verso l’Ufficio reclami della banca, o all’Arbitro bancario finanziario. Molti hanno ottenuto il rimborso, fa sapere Euribor.it, anche se poi i tassi hanno continuato a essere calcolati con gli stessi criteri di prima.
Fonte: Linkiesta