«Doveva essere un test per il torneo europeo, ma se è così c’è da preoccuparsi», scriveva Le Parisien all’indomani della finale di coppa fra Psg e Marsiglia; la Francia, infatti, fra due settimane ospiterà gli europei di calcio e lo sforzo per garantire la sicurezza sarà immane. Non solo gli stadi, ma anche le code all’ingresso e le platee riunite davanti ai numerosi maxischermi saranno possibili bersagli del terrorismo, oltre che dei soliti disordini legati alla violenza dei tifosi. Sabato scorso, in occasione della finale, le bombe fumogene erano smerciate dentro ai panini, dice Jacques Lambert, capo del comitato organizzativo per Euro 2016, “se questo dovesse significare l’apertura di tutti i sandwich, il nostro compito diventerebbe particolarmente complicato”. In gioco ci sarà, oltre al titolo europeo, anche la sicurezza di 2,5 milioni di spettatori.
I numeri degli sforzi di Parigi, forniti dal ministero dell’Interno, parlano di 90mila unità di sicurezza impiegate, di cui 13mila private; dei 10 mila soldati deputati al presidio delle zone a rischio dopo gli attacchi del 13 novembre, alcuni saranno coinvolti nella protezione delle infrastrutture dei trasporti. La Uefa ha già comunicato che per la sicurezza negli stadi, negli hotel e nei centri di allenamento, spenderà 34 milioni di euro; quelli che spenderà lo stato Francese, c’è da scommettere, saranno molti di più.
Il torneo calcistico è l’ennesimo evento nel quale le forze dell’ordine francesi sono fortemente impegnate: dopo gli attentati di Parigi, a dicembre si è tenuta la conferenza sul futuro dell’ambiente Cop21, e, nelle ultime settimane, la polizia ha dovuto tenere a bada le veementi proteste dei lavoratori per la riforma del codice del lavoro, approvata per decreto. “Gli europei non sarebbero un problema se fossero l’unico evento dell’anno”, afferma Christophe Rouget, portavoce del sindacato di polizia Scsi, “ma c’è stato un accumulo. Le forze di polizia stanno rinviando da tempo le loro vacanze e questo ha un impatto sulla loro vita familiare, sul morale e potrebbe averlo anche sul loro lavoro”.
I dettagli sulle misure di sicurezza, poi, non possono trapelare più di un certo limite, fa sapere il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve: “L’efficacia di certe misure messe in essere dipende dal non dire una parola su di esse”.