LEGNANO(WSI) – Il mercato ci sta regalando dei movimenti di davvero difficile interpretazione, soprattutto dopo gli eventi cui abbiamo assistito sul fronte delle Banche Centrali (Federal Reserve e Banca Centrale Europea) e dei dati sulla disoccupazione americana.
Questi gli eventi catalizzatori dopo la settimana scorsa, durante la quale abbiamo vissuto movimenti per lo più laterali sul mercato dei cambi. In sintesi, abbiamo avuto un rinvio ufficiale delle strategie di uscita dal Quantitative Easing, che verranno posticipate sicuramente dopo l’estate (vediamo se riusciamo a ragionarci di nuovo prima della fine dell’anno, come time frame di riferimento abbiamo in mente metà ottobre per nuove valutazioni) a causa di un inflazione ancora bassa e che potrebbe mettere a rischio la ripresa degli Stati Uniti.
Dopo questo, la BCE ha condotto una delle piĂą brutte conferenze stampa della sua storia, con Draghi che ha ribadito con forza che i tassi rimarranno fermi (se non a livelli piĂą bassi), per un esteso periodo di tempo, andando a ribadire come siano le aspettative che ha il Consiglio direttivo a far valutare eventuali mosse, che per il momento non sono necessarie.
Nemmeno l’inflazione in calo in tutti gli Stati membri ha aiutato questa decisione, che potrebbe dare una mano alla crescita, essendo nascosta dietro alla difesa della stabilità dei prezzi. Non capiamo, sinceramente, cosa stiamo aspettando, sono mesi che suggeriamo questa strategia. Infine i NFP, che hanno mostrato dei dati misti, con la disoccupazione in calo al 7.4% e con i nuovi posti di lavoro creati inferiori delle aspettative. La reazione finale del dollaro è stata quella di un riallineamento con l’andamento delle borse, ma non siamo sicuri che questa correlazione possa durare su pianta stabile.
Attenzione all’Australia
Oggi sarà una giornata che ci regalerà la pubblicazione di alcuni dati macroeconomici riguardanti Europa e Gran Bretagna, ma quello a cui dobbiamo prestare maggiormente attenzione arriverà questa notte, con il meeting della RBA che potrebbe andare a limare il costo del denaro di 0.25 punti percentuali, portandolo così al 2.50%.
Di fronte ad una mossa del genere il dollaro australiano potrebbe rimanere sotto pressione, accelerando il movimento a ribasso che strutturalmente è in atto sul cambio. Attenzione inoltre all’indicatore Speculative Sentiment Index, ancora di gran lunga sbilanciato sul lato long del mercato, indicando la potenziale presenza di molti stop sotto i livelli di minimo.
QUADRO TECNICO
EurUsd: l’euro si trova sopra la media a 21 periodi, che insieme alla 100 (orarie entrambe), potrebbe fungere da supporto. Stiamo congestionando tra 1.3265 e 1.3300, una rottura da una parte o dall’altra potrebbe portare ad accelerazioni verso 1.3225 e 1.3330 (attenzione a tutta l’area compresa tra 1.3310/30 e al superamento di 1.3250).
UsdJpy: dopo la forte discesa di venerdì i prezzi stanno continuando a scendere, avvicinandosi all’area di supporto di 98.35, che se superata può portare ad approfondimenti verso 97.90. Un ritorno sopra 98.85 diviene necessario per dei tentativi di risalita verso 99.10.
EurJpy: approfondisce anche EurJpy, che non scende amplificando la volatilità vista su UsdJpy a causa del fatto che l’eurodollaro è andato a salire. Stiamo ora tentando una discesa sotto 130.50, che fino a quando non supererà 130.35 non dovrà , a nostro parere, considerata come definitiva. Un ritorno sopra 131.15 diviene necessario per ripartenze verso 131.50.
GbpUsd: siamo in una situazione tenica simile a quella vista sull’EurUsd e seguiamo i supporti posti intorno a 1.5250 (con attenzione a 1.5235 per valutare rotture ribassiste). Un ritorno verso 1.5300 potrebbe essere propedeutico a salite verso 1.5350 (attenzione al quarto di figura dopo il 53).
AudUsd: continuano i tentativi di correzione andati male per il dollaro australiano che tecnicamente si trova sotto la media a 21 oraria e sotto le resistenze di breve statiche, una tenuta di area 0.8940 potrebbe portare a nuovi minimi, raggiungibili anche in caso di approfondimento sotto 0.8835.
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