Legnano – Come detto ieri il mercato è ancora alla ricerca di correlazioni stabili tra le varie asset class, qualcosa che al momento è ancora latitante.
Tuttavia abbiamo assistito ieri ad una discesa generalizzata del dollaro americano in concomitanza di una buona salita dell’appetito per il rischio, che ha fatto guadagnare le borse (gli indici americani stanno per chiudere un trimestre estremamente positivo) ed ha fatto sì che valute a più alto rendimento salissero.
Quello che ha colpito di più il mercato, è stata la salita dell’euro cominciata sul finire del pomeriggio, considerata eccessiva visti i timori relativi alla situazione dei debiti sovrani. Questo è spiegabile, a nostro parere, da due fattori.
Il primo risiede nel fatto che le aspettative che un rialzo dei tassi da parte della BCE avvenga effettivamente in aprile, e a tal proposito hanno aiutato le parole di Bini Smaghi, il quale ha dichiarato che la politica monetaria attuale è troppo espansionistica, il che fa comprendere quali possano essere le mosse future dell’Istituto Centrale.
Il secondo motivo è semplicemente da attribuire all’appetito per il rischio che ha fatto sì che si verificassero acquisti di moneta unica, a rendimento maggiore del costo dei dollari utilizzati per comprarla.
Inoltre non dobbiamo dimenticare che oggi alle 17.30 ora italiana verranno rilasciati i risultati degli stress test su alcune banche irlandesi. La possibilità che vengano comunicati dati peggiori delle aspettative di mercato è tutt’altro che remota, ed in base a quanto comunicato il mercato reagirà. Si stima che l’Irlanda possa arrivare a chiedere dai 25 ai 30 miliardi di euro, attingendoli dai 35 miliardi riservatigli da Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale.
Nel casO in cui la richiesta sia inferiore, potremmo assistere ad un’ulteriore salita di EurUsd, in caso contrario, specialmente se si eccederanno i 35 miliardi di richiesta, l’euro potrebbe momentaneamente subire forti perdite, che daranno la possibilità ai traders che scommettono sulla futura politica monetaria restrittiva delle BCE di entrare lunghi di euro a prezzi migliori degli attuali.
In tutto questo non dobbiamo dimenticare l’altra faccia della quotazione, ovvero il dollaro americano. Fino a quando l’appetito per il rischio si presenterà a fasi alterne, è difficile che il dollaro recuperi stabilmente terreno. Vediamo infatti che, nelle fasi in cui gli investitori sono un attimino più tranquilli, il greenback viene venduto per finanziarsi e l’unica cosa che attualmente potrebbe farlo salire strutturalmente, è un miglioramento dei due talloni d’Achille americani, mercato del lavoro ed immobiliare.
Ieri sono stati rilasciati i dati sull’ADP, usciti a 201k contro aspettative di 208k ed un precedente 217k, e questo ci fa credere che i dati di domani sui NFP possono ricalcare le orme di febbraio, non portando nessuna nuova buona novità agli investitori. Domani, con una giornata in più di prezzi alle spalle, ragioneremo meglio su questo punto.
Diamo ora uno sguardo ai principali cambi, incominciando dall’eurodollaro, dove con molto interesse continuiamo a seguire da vicino la più importante indicazione delle ultime settimane. Questa, come ricordato più e più volte, ci viene fornita dalla linea di tendenza che dal 10 gennaio scorso permette al cambio un lento ma costante apprezzamento. Ieri abbiamo avuto quasi un ulteriore test, con tentativo di rottura, mancato ancora una volta ed un successivo rinnovato movimento rialzista. Oramai crediamo sia piuttosto chiaro a chiunque, è necessario un movimento tale da permettere ai prezzi di uscire da questa situazione particolarmente laterale, con ovviamente due scenari pausibili. Potrebbe avvenire una rottura di 1.4250-80 con successiva continuazione del movimento appena evidenziato, con potenziale raggiungimento di 1.4550, oppure potremmo assistere ad una rottura della linea di tendenza tanto osservata con un primo livello obiettivo di supporto a 1.37.
Il cambio UsdJpy ha mostrato, per ora, un lieve ripiegamento ritornando al di sotto di 83 dopo una giornata al di sopra di questo livello interessante. La visione rialzista del cambio non dovrebbe mutare, dopo il breakout di due giorni fa di 82, almeno sino ad un nuovo ritorno proprio al di sotto di questo livello. Ricordiamo di nuovo che solamente una rottura di 84, 84.20, potrà fornire nuova linfa vitale ai prezzi e mutare davvero la situazione, dopo settimane di grande incertezza e continui rischi di nuovi scivoloni per il cambio.
Continua la salita del cambio EurJpy, dopo la rottura di 115.30 di martedì. Il punto di arrivo indicato anche ieri sembra essere sempre più raggiungibile, dato che per 118.30 non manca nemmeno una figura (80 punti per esattezza dal massimo toccato dal cambio nella notte): a questo livello proveremo a valutare se il mercato rispetterà il 38.2% di ritracciamento del lungo movimento ribassista. 115.30 e 116 continuano a rappresentare i due livelli di suppporto che, seppur lontani, appaiono come gli unici individuabili.
Abbiamo assistito ieri ad una rinnovata ripresa anche sul cable, favorito da una generale debolezza del dollaro. Questo ha permesso di oltrepassare la resistenza chiave di 1.6040. Il più importante spunto per le prossime ore giunge dalla media mobile di breve su un grafico giornaliero, dato che transita a 1.6130 e che questa è risultata molto considerata durante il movimento in salita che ha condotto ai massimi del cambio degli ultimi mesi.
Il cambio EurGbp ha mostrato un movimento di flessione da ieri, che ha permesso di valutare la forza del primo livello di suppporto indicato a 0.8760. Continuiamo a considerare questo livello valido per le prossime evoluzioni mantenendo a mente che il livelldo di supporto più interessante è quello suggerito dalla terendlina positiva in svolgimento da più di un mese, passante per 0.8730 per le prossime ore.
Concludiamo con uno sguardo sul franco, ieri leggermente favorito sia contro euro che contro dollaro.
Il cambio EurChf ha dato ieri prova di considerare davvero importnante il precedente livello di resistenza a 1.3040, andando a testarlo perfettamente prima di mettere a segno un calo di una settantina di punti. Inutile dire quanto, ancora di più nelle prossime ore, questo livello sia il livello di breakout e ripresa di euro tanto atteso.
Il cambio UsdChf si trova ancora nei pressi di 0.9180 figura, livello di equilibrio degli ultimi giorni dove transitano perfettamente le due medie sia di lungo sia di breve, all’interno di un grafico con candele a 4 ore. Nell’immediato potremmo assitere ad un nuovo ritorno sino a 0.9140 prima di vedere un nuovo indebolimento del franco.
Copyright © FXCM per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved