Ci aspettano due giornate in grado di poter attirare l’attenzione degli investitori, che momentaneamente potrebbero lasciare in disparte la problematica Egitto, che sta avendo, come conseguenza sui mercati, ancora un ruolo di portatrice di avversione al rischio.
Il discorso di Mubarack sembra infatti non soddisfare i contestatori, che lo vorrebbero destituito fin da subito, e le tensioni tra di essi ed i sostenitori del leader al tramonto si sono fatte sentire sfociando nel sangue. Questo ha fatto si che i mercati si fermassero ed abbiamo assistito a qualche acquisto di dollari americani (risultato misto a seconda della valuta di contropartita sulla quale andiamo a ragionare), con borse miste e petrolio ancora su.
I fatti cui facciamo riferimento in apertura del nostro Morning Adviser si riferiscono invece alla riunione che terrà la BCE in giornata ed ai Non Farm Payrolls, in pubblicazione venerdì. Chi è abituato a leggerci saprà già il nostro pensiero a riguardo dei due avvenimenti, ripercorriamolo in breve. Come sappiamo, il presidente Trichet è solito utilizzare un wording molto attento e curato nei minimi particolari.
Inoltre egli ha sempre ribadito (a parte un piccolo momento di debolezza verso lo scorso ottobre, dove si è timidamente espresso sostenendo che la BCE avrebbe dovuto dare spazio anche alla problematica crescita – cosa che comunque ha fatto tramite il programma di QE attuato ed ancora in essere) che l’attenzione dell’istituto da lui presieduto è rivolta alla stabilità dei prezzi.
Bene, ultimamente non sono mancate espressioni preoccupate circa possibili pressioni inflazionistiche in Europa, che se verificate, potrebbero portare ad un ritocco dei tassi prima del previsto (qualche analista ne stima uno già entro il primo semestre 2011), e questo è stato supportivo per il movimento di salita dell’euro nei confronti del green back.
Se oggi si dovessero intensificare queste preoccupazioni, sappiamo tutti quale sarebbe il risultato, e dal momento che i prezzi alla produzione industriale sono saliti durante il mese di gennaio dell’1%, portando la variazione annuale al 5.4%, contro un precedente 4.5% ed attese del mercato a +5.0% (si tratta del valore maggiore in circa due anni e mezzo), teniamo gli occhi aperti.
Per quanto concerne i Non Farm Payrolls, sarà un appuntamento molto importante anche se le attese non sono delle più rosee. Il report ADP, solitamente un dato anticipatore, ha mostrato una creazione di posti di lavoro inferiore al mese precedente, facendo registrare un +187k in gennaio, contro un +247k di dicembre, dato tra l’altro rivisto a ribasso.
EurGbp – grafico 240 minuti
E’ interessante sapere che l’indicatore misura la variazione del numero degli occupati nel settore privato e non agricolo, ed è rilasciato da Automatic Data Processing (ADP) che, curando il servizio di gestione delle buste paga dei i propri clienti – largo circa 24 milioni in varie industrie – ha la possibilità di redigere un report utilizzando questi dati.
Grazie al gran numero di informazioni a disposizione, l’indice risulta molto accurato nel descrivere la situazione occupazionale di breve periodo (le rilevazioni vengono prese di mese in mese) e molto spesso si muove nella stessa direzione dei NFP. Altri fatti degni di nota risultano essere il downgrade ricevuto dall’Irlanda, da parte delle tre maggiori agenzie di rating mondiali (S&P, Fitch e Moody’s) ed il fatto che la Germania abbia mostrato riluttanza di fronte al piano che permetterebbe l’acquisto di bond statali da parte dell’EFSF. Dall’Inghilterra invece, buone notizie per il settore delle costruzioni, che dopo la pause di fine anno a causa delle avversità metereologi, sta lentamente tornando alla normalità (PMI constructor sector da 49.1 a 53.7).
La consueta sezione di analisi tecnica si apre con l’immancabile eurodollaro che, rispetto a ieri mattina, ha perso un po’ di quell’impulsività che, almeno in teoria, trovava in 1.3970 il primo livello obiettivo. In tre giorni abbiamo assistito ad una precisa risalita di 300 punti, che da 1.3580 ci ha condotto al nuovo massimo della moneta unica degli ultimi tre mesi di scambi, 1.3860. La fuoriuscita dal canale ascendente, osservato da due giorni su grafico a 15 minuti, non significa necessariamente un’inversione di questa fase di ripresa dell’euro, quanto più una fase di consolidamento laterale. Questo concetto potrebbe essere rafforzato e risultare vero sino a che quello che era livello di resistenza, ed ora è forte area di supporto, 1.3750 non verrà oltrepassato a ribasso.
Passiamo ad osservare il cambio UsdJpy che, complice una lieve correzione favorevole ai dollari, è riuscito a rimbalzare è per la seconda volta in due giorni sul supporto di 81.30 ricordarci quanto sia importante il livello di resistenza di 81.90. Questo grazie ad un nuovo, mancato, tentativo di rottura rialzista mostrato ieri fermatosi al di sotto solamente di un soffio. Nel breve i due livelli da considerare crediamo quindi che siano chiari: nel lungo continua a valere l’idea di osservare con attenzione 83.40, su grafico giornaliero.
Nessuno spunto particolarmente originale giunge oggi osservando un grafico di EurJpy. In questo caso ci sentiamo di ricordare come il livello di resistenza di 112.70 sia la più importante soglia per consentire al cambio di rientrare stabilmente all’interno della tendenza rialzista che ha come livello obiettivo l’area di 115 figura.
La tendenza al rafforzamento della sterlina sembra continuare seppur, soprattutto nei confronti del dollaro, si sia assistito a qualche movimento assestamento. Nonostante ieri il cambio sia giunto al di sopra di 1.62, con una tendenza che in teoria ha come punto d’arrivo naturale 1.63, non è mancata un’inversione di quasi 100 punti Nell’immediato si riveleranno importanti il livello di resistenza statica posizionato sulla figura, 1.62, e l’area di supporto di 1.6170, dove sul grafico a 15 minuti transita la media mobile di lungo periodo.
La prossima evoluzione del cambio EurGbp, in una precisa tendenza ribassista successivamente al massimo di 0.8670, è strettamente collegata alla tenuta o meno del più importante livello di supporto, 0.8520, riscontrabile peraltro da una buona serie di minimi del cambio degli ultimi tre giorni, tutti quasi perfettamente coincidenti. 0.8550 invece è il punto di resistenza del cambio che se, rotto, allontanerebbe questa idea.
Vediamo ora il cambio EurChf, dove ancora una volta abbiamo avuto riprova dell’importanza della resistenza di 1.30, come livello non solamente suggeritoci dalla psicologia del trading. È da martedì di settimana scorsa infatti che i prezzi hanno tentato, invano per ora, un ritorno al di sopra di questo punto per raggiungere la resistenza chiave formata dal doppio massimo di 1.3065.
Così come per il cambio Usdjpy,il dollaro ha mostrato un minimo di ripresa contro il franco. Ci siamo infatti allontanati dal doppio minimo, su candele orarie, di 0.9330, per rivedere livelli superiori a 0.94 figura. Nonostante questa boccata d’ossigeno del dollaro, crediamo che la situazione di medio non possa variare sino a che i prezzi non avranno superato stabilmente l’area di resistenza di 0.9480, provata svariate volte dall’inizio di settimana scorsa.