Osservato speciale sui mercati finanziari rimane l’euro. Greg Gibbs, analista di Amplifying Global FX Capital, sostiene che il rimbalzo della moneta unica potrebbe essere limitato. Lo strategist non è convinto che questo sia il momento giusto per farsi prendere dall’avversione al rischio sul fronte della politica italiana.
Dopo lo shock iniziale di una coalizione di governo a traino populista che vuole aumentare il deficit pubblico e sfidare le regole di bilancio Ue, infatti, rimane da vedere quanto margine di manovra ha effettivamente.
Allo stesso tempo, le incertezze in Italia rendono meno certo che la Bce riduca mole e portata del suo piano di QE a settembre, per poi staccare la spina a dicembre. Significa che l’euro non ha grandi potenzialità di rialzo in questo frangente sul Forex.
A rappresentare un barometro cruciale della stabilità e delle prospettive della moneta unica, dice l’analista sul valutario di BNY Mellon nell’ultima analisi sul Forex, è il cross con il franco svizzero. Anche se il tasso di cambio ha visto un bel po’ di volatilità nei mesi successivi alla rimozione a sorpresa da parte della Swiss National Bank del peg a gennaio 2015, “con il senno di poi si può considerare fortuito” il tempismo della misura.
Le tensioni provocate dalla situazione greca nel 2015 e 2016 hanno tenuto l’euro al guinzaglio, ma una volta che nell’aprile del 2017 è stato appurato che Emmanuel Macron l’avrebbe spuntata nel secondo turno delle presidenziali francesi, l’euro ha iniziato a rafforzarsi sul franco svizzero.
Uno dei fattori chiave del rafforzamento della fiducia nei confronti della moneta unica è derivato dalla convinzione che l’euro scetticismo di Marine Le Pen non avesse pagato e anzi che questo approccio abbia impaurito alcuni dei suoi potenziali elettori.
I timori sulle elezioni in Italia, nonostante i sondaggi dessero i partiti populisti ed euro scettici in vantaggio o in buona posizione per affermarsi, non si sono palesati fino agli ultimissimi giorni. Anche dopo il voto non i mercati non hanno dato segni di preoccupazione, con l’euro che sul franco ha anzi toccato in aprile i massimi da gennaio 2015.
Da allora tuttavia i segnali di euro scetticismo convinto mandati da M5S e Lega sono serviti da promemoria dei rischi che restano in area euro. La moneta unica ha così perso più del 2% rispetto alla moneta svizzera mettendo a repentaglio la fase rialzista iniziata dopo il voto francese.
L’andamento del cross euro franco è importante, dicono gli analisti della banca, perché serve da barometro del sentiment nei confronti dell’Eurozona. Negli ultimi tre anni – quando i pericoli legati all’euro sono scesi nettamente rispetto alla crisi del debito sovrano – raramente è sceso più dell’1% in una giornata sola.
Per fare un confronto, nel 2010 e nella prima parte del 2011, ci sono stati ben 35 giorni in cui l’euro ha perso più dell’1% in una singola seduta.