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Euro: cosa fare per tutelarsi dal rischio di cambio

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(WSI) – Giornate davvero particolari quelle che stiamo vivendo sui mercati, con l’euro al centro dell’attenzione mediatica e degli operatori. Un euro ballerino che sta mostrando una volatilità pazzesca che, in una situazione del genere, guidata dalla più profonda incertezza, non può far altro che far male all’economia reale.

Le imprese che dedicano la maggior parte delle loro attività all’import o all’export si trovano in difficoltà, in quanto, pur magari avendo implementato delle strategie di copertura, si trovano completamente spiazzate dagli ultimi movimenti di mercato e rischiano di dover sacrificare gran parte dei margini aziendali solo ed esclusivamente a causa di queste grosse oscillazioni.

Un buon metodo di copertura dal rischio di cambio, soprattutto in situazioni del genere, sarebbe quello di rivolgersi a società specializzate nella gestione di modelli di Currency Overlay Management (sistemi di copertura dinamici), che in momenti come quelli che stiamo affrontando, potrebbero addirittura sfruttare tutta questa volatilità e generare dei profitti che concorrerebbero ad attutire l’impatto delle fluttuazioni dei cambi sull’attività caratteristica aziendale.

E’ altrettanto vero che, una svalutazione dell’euro ai ritmi che si erano prospettati sul finire di settimana scorsa, sarebbe un problema altrettanto importante da affrontare, perché, come sappiamo, l’Europa si compone di Entità talmente diverse tra loro che, una svalutazione competitiva della divisa comunitaria potrebbe rivelarsi una lama a doppio taglio: buona per qualcuno e deleteria per qualcun altro.

Ci troviamo di fronte a problemi che non hanno a che fare strettamente con l’ambito finanziario dunque, ma che potrebbero sconquassare ulteriormente la già delicata fase di ripartenza dell’economia globale.

A proposito di economia, un occhio sempre ben puntato sui dati in uscita, potrebbe mettere a riparo da improvvisi aumenti di volatilità, data anche la liquidità inferiore degli ultimi periodi. Il prodotto interno lordo del Regno unito e la fiducia dei consumatori, martedì, così come il prodotto interno degli States giovedì e l’indice di fiducia del Michigan in chiusura di settimana.

Riapre la settimana di trading, per cui cerchiamo qualche livello interessante.

Partiamo come sempre con l’eurodollaro, dopo che abbiamo visto la settimana scorsa il minimo degli ultimi quattro anni, 1.2145, con una configurazione interessante.

I prezzi infatti, dal minimo sopra indicato, hanno subito una decisa ripresa descritta da una trendline ascendente confermata in due punti con buonissima precisione. Un grafico orario rende in modo corretto l’idea, suggerendo per le prossime ore di prestare la massima attenzione alla tenuta del livello di 1.2480, da notare il minimo del cambio dalla riapertura ieri sera degli scambi. Con il medesimo grafico troviamo il livello di resistenza da valutare in giornata, 1.26, livello al quale il cambio non è riuscito nella rottura.

Il cambio UsdJpy, dopo lo strappo ribassista di giovedì ed il test di un minimo a 89 figura, ha ritrovato la stabilità persa. In questo caso il movimento laterale ha evidenziato più volte, negli ultimi due giorni, un livello di resistenza a 90.45, utilissimo anche per le prossime ore. I livelli di supporto da considerare sono due: abbiamo un primo dinamico 89.70 ed il minimo precedente a 89 figura.

Passiamo al cable vedendo come sia molto vicino il livello di resistenza che stiamo suggerendo di considerare da alcuni giorni. Siamo in questo instante infatti a 25 punti dalla grande area di resistenza di 1.45 figura e possiamo ipotizzare che se dovesse avvenire un superamento potremmo attenderci una risalita dei prezzi, anche un certa volatilità, sino a 1.4650 e 1.4720.

Il cambio EurGbp, da venerdì ha lasciato sul terreno più di una figura. Dopo che abbiamo assistito al tentativo di rottura del precedente massimo a 0.88 figura (confermato peraltro dal passaggio della media mobile esponenziale a 100 periodi) i prezzi sembrano ora indirizzati al raggiungimento del prossimo supporto a 0.8615.

Si mantiene sostenuto il UsdChf: dopo che ha raggiunto infatti il massimo a 1.1585 ha mostrato solamente uno storno di una figura circa. Per le prossime ore quindi massima attenzione al massimo esatto da un anno a questa parte, mentre il supporto è ritrovabile a 1.1450.

Vediamo ora la moneta elvetica, ma nei confronti dell’euro, dove la correzione è stata sicuramente di maggiore ampiezza, da 1.4590 a 1.44 figura: proprio quest’ultimo è il livello che appare sensato suggerire come supporto ad eventuali posizionamenti a favore della moneta unica.

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