La Banca centrale europea ha lanciato un progetto di “indagine” sull’euro digitale della durata di 24 mesi che potrebbe preludere a una sua eventuale introduzione. La decisione arriva al termine della più grande consultazione pubblica mai messa in piedi dalla Bce, dalla quale sono emerse preoccupazioni e aspettative intorno alla possibile introduzione di una Cbdc europea.
Euro digitale, di cosa si tratta
Contrariamente al deposito bancario, l’euro digitale equivarrebbe a una forma digitale del contante fisico: sarebbe dunque un titolo direttamente garantito dalla banca centrale non soggetto a rischio default. Queste, finora, le certezze. I dettagli pratici per l’eventuale realizzazione restano ancora da definire. Il membro del comitato esecutivo della Bce, Fabio Panetta, aveva proposto nei mesi scorsi di introdurre alcuni accorgimenti tali da ridurrebbe il rischio di migrazione dai conti correnti verso la nuova moneta digitale. L’economista italiano aveva proposto di escludere la possibilità che l’euro digitale possa subire un tasso negativo entro una determinata soglia (3mila euro), mentre per la parte eccedente potrebbe subire tassi d’interesse negativi, inferiori di 50 punti base rispetto ai tassi overnight (al momento, dunque, -1%).
Anche sul fronte della privacy la Bce ha esplorato varie soluzioni tecniche in grado di coniugare un adeguata riservatezza alla possibilità di tracciare eventuali operazioni sospette e relativi autori. Anche su questo argomento, l’unico punto fermo è che l’euro digitale sarà necessariamente “meno anonimo” del contante fisico. Tutto il resto, è ancora da definire nel dettaglio.
Secondo quanto affermato dalla Bce, l’euro digitale potrebbe garantire pagamenti veloci, sicuri e paneuropei, limitando la centralità di soggetti privati come Visa o Mastercard e disinnescando alla base la concorrenza di stablecoin come Diem di Facebook. Allo stesso tempo, per la Bce è importante acquisire tutte le competenze necessarie qualora altre banche dovessero introdurre Cbdc utilizzabili anche da soggetti stranieri (e dunque europei).
La Cina è, fra le grandi economie, quella più avanzata nella sperimentazione di una moneta digitale di stato. Anticiparla sui tempi di introduzione, per la Bce o per la Fed, sarebbe tecnicamente impossibile: si prevede che lo yuan digitale potrebbe essere ufficialmente lanciato sin dall’anno prossimo, in occasione delle olimpiadi invernali di Pechino.