Legnano – Per quanto il meeting della Banca Centrale Europea di ieri pomeriggio non sia stato tra quelli più memorabili per economisti ed operatori finanziari dal punto di vista dei contenuti, quella che esplosa sull’euro in seguito alle parole del Presidente Mario Draghi è stata una bomba di discreta potenza.
Ci riferiamo naturalmente alla dinamica dei prezzi dei cambi valutari con euro e, fra tutti, il cambio principale Eurodollaro che ha fatto registrare un ribasso di oltre una figura nel rapido giro di un’ora.
Il vertice dell’Eurotower, dopo aver confermato il tasso di riferimento allo 0,75% così come il tasso marginale sulle operazioni di rifinanziamento all’1,50% e quello sui depositi a zero, ha infatti annunciato la revisione al ribasso delle previsioni sulla crescita economica dell’area euro, vista in graduale ripresa solo alla fine del 2013; inoltre le stime sul PIL sono state aggiustate a valori comprese tra il -0.6% e il -0,4% per il 2012 e tra il -0,9% e il -0,3% per il 2013 ed è stata avanzata qualche previsione non certo lusinghiera per il 2014.
Ancora, il Banchiere Centrale ha parlato di una debolezza economica che proseguirà anche l’anno prossimo, dell’inflazione i cui rischi restano al ribasso, della liquidità illimitata che ancora verrà fornita alle banche, della soddisfazione per il programma OMT, dell’inadeguatezza degli Eurobond in questo momento, dell’importanza del raggiungimento di un accordo sulla vigilanza unica bancaria e in ultimo dell’ipotesi paventata di tassi negativi per le Banche in caso di deposito presso la BCE.
Tanti dunque i temi sul tavolo che hanno però fornito agli operatori la sensazione di un tono e di un lessico meno ottimisti del solito e soprattutto di una visione complessiva che mette in luce l’idea di una ripresa economica che viene sempre più differita e pronosticata in tempi posticipati ogni volta di più, rendendo di fatto meno credibile alla percezione dei mercati le azioni a risoluzione della crisi da parte dei policy maker.
Ad acuire poi il quadro europeo sono state le nuove tensioni politiche in Italia – che con drammatica precisione ha provocato un rialzo dei rendimenti sui titoli di stato domestici sul rischio di un’instabilità di Governo fino al termine della legislatura in corso – il taglio da parte di S&P del rating sulla Grecia a selective default e della minaccia per il Regno Unito per la tripla a da parte di Fitch.
La Francia ha inoltre fatto registrare un tasso di disoccupazione al record da 13 anni e sui è profilato all’orizzonte un nuvo scandalo finanziario che questa volta riguarda il colosso tedesco Deutsche Bank. Diviene interessante però notare come il pesante storno di euro abbia solo in parte impattato sui corsi azionari, delle materie prime e su quei cambi per così dire più “lontani” dall’euro, provocando profonde correlazioni intraday comunque utilizzabili come spunti operativi.
Le Borse, sia americane che europee, hanno infatti consolidato mentre le commodities currencies sono ancora salite e l’oro si è rialzato dai minimi relativi. Oggi, come noto, vi sarà la release sui Non Farm Payrolls e sulla disoccupazione americana, da sempre market mover per antonomasia. Questi dati avranno un valore perfino maggiore nell’attuale contesto di incertezza legata al fiscal cliff e un dato superiore alle attese (già più che recessive) potrebbe scatenare un’ondata di propensione al rischio in grado di causare importanti vendite di dollari e un recupero forte di euro.
EurUsd
Pesante lo storno dell’eurodollaro, in grado di mettere a segno oltre 100 pips in poco più di un’ora. Disegnando i ritracciamenti di Fibonacci a partire dai minimi relativi di metà novembre fino ai massimi in area 1,3140 è interessante notare come il ribasso si sia andato ad arrestare proprio sul primo livello del 38,2% in area 1,2950.
La piccola correzione in atto porta perciò alla formazione di una bearish flag che laddove il dato odierno dovesse deprimere ulteriormente i mercati, potrebbe proprio completarsi sui target successivi rappresentati proprio dai ritracciamenti posti a 1,2890 e 1,2840. Resta 1,2990 il livello di resistenza statica in caso di recupero.
UsdJpy
Mostra ancora una moderata forza il cambio, ove permane la debolezza di yen ben supportata ormai quotidianamente dai policy maker giapponesi. Ancora infatti attuale la possibilità di formazione di una configurazione di triplo massimo al raggiungimento delle resistenza a 82,80. Il cambio resta comunque all’interno di una figura di congestione che trova in 82,30 il supporto di breve e in 81,70 il prezzo più importante e target naturale in caso di ribasso.
EurJpy
Il movimento generalizzato di vendita di euro a cui abbiamo assistito ieri si è naturalmente ripercosso anche su questo cambio che ha violato la resistenza di breve e soglia psicologica di 107 fino ad arrivare a 106,60 per poi correggere in nottata ovviamente “Yen-oriented”. Su un grafico daily si profila una divergenza ribassista che potrebbe trovare conferma nel raggiungimento dei supporti in area 106 per target di medio periodo a 104. Ritorni sopra 107 ci condurrebbero di nuovo ad osservare 108, potenzialmente innescabile da propensione al rischio.
GbpUsd
Il cable è stato tra i cambi principali quello che più ha seguito la dinamica dell’eurodollaro, correggendo anch’esso in maniera importante anche se in maniera meno che proporzionale rispetto al cambio principe. Qui il supporto che ha arrestato la discesa del prezzo è stato rappresentato dalla trendline rialzista disegnata a partire da metà novembre, appena dopo la violazione dell’importante punto situato a 1,6050. La sterlina continua ad essere la più sostenuta tra le major e in un clima positivo potrebbe provare a ricuperare quest’utlimo livello per riportarsi al di sopra del pivot point giornaliero con target in area 1,61. 1,6015 il supporto più importante.
AudUsd
Totalmente decorrelato l’aussie, che non è stato minimanente contagiato dal movimento pesante dell’eurodollaro al ribasso. 1,0520 rimane il livello di resistenza fondamentale per il passaggio di una bearish trendline di lungo corso e lato superiore del triangolo ben visibile su daily e weekly. Ancora 104,40 l’inizio di una considerevole area di supporto.
XauUsd
Come scrivevamo ieri, dopo i tentativi di nuovi minimi, era verosimile un ritracciamento in area 1700 sullo sviluppo di una divergenza rialzista del grafico a 4 ore. Ora il prezzo, arrestatosi sulla media a 100 periodi del grafico orario, potrebbe ancora essere attratto da 1700 che farebbe da spartiacque in ottica di pullback per ritorni a 1710 o per una ripresa dei minimi a 1690. I payrolls americani potrebbero favorire in maniera più che proporzionale uno dei due scenari.
UsOil
Stranamente correlato al movimendo ell’Eurodollaro, il WTI è riuscito a rompere i supporti a 87,50 e a portarsi perfino sotto la quotazione di 86 dollari il barile. Un proseguimento dell’attuale rialzo rivede proprio in 87,50 il primo target con 85,70 e 84,70 che restano i fondamentali supporti.
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