(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono scesi su tutta la curva portando il differenziale 2-10 anni a 216 pb.
Lo spread sul decennale Grecia-Germania è salito sopra i 350 pb, penalizzato dai timori di una riduzione a breve del rating da parte di S&P e Moody’s e dalle dichiarazioni della Commissione europea, secondo cui le misure di risanamento dei conti pubblici presentate dal governo greco sono sufficienti per una riduzione del deficit dell’1,5-2% e non del 4% come programmato dal governo.
Secondo alcune indiscrezioni il governo greco la prossima settimana presenterà un nuovo pacchetto di misure che dovrebbe ridurre la spesa di 2-2,5 Mld€. Allo stesso tempo, secondo una fonte interna, l’emissione di un bond decennale prevista per questa settimana è stata rimandata alla prossima. L’offerta dovrebbe attestarsi tra 3-5 Mld€.
La Commissione europea ieri ha confermato le stime di crescita per l’area euro rilasciate a novembre allo 0,7%, confermate anche quelle per Italia, Francia e Germania all’1,2%, mentre sono state riviste quelle per la Spagna (-0,6% da -0,8%) e UK (06% da 0,9%). L’inflazione dell’area Euro è attesa all1,1%. Secondo la Commissione l’economia è ancora in ripresa, ma la crescita è ancora fragile.
In Italia le aste di ieri hanno registrato un bid-to-cover superiore all’1%. Oggi l’attenzione sarà rivolta ai prezzi al consumo tedeschi preliminari di febbraio. Sul decennale il supporto si colloca a 3,09% e la resistenza a 3,17%.
Negli Usa i tassi di mercato sono calati, favoriti dalle preoccupazioni sul rating della Grecia che hanno aumentato la domanda di Treasury. Ieri l’asta da 32Mld$ del titolo a 7 anni ha avuto una richiesta record, pari a quasi 3 volte l’ammontare offerto.
Gli acquisti di Treasury sono stati favoriti anche dal ribasso dei listini azionari europei ed Usa e dai dati macro non favorevoli. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono infatti salite in modo inatteso. Inoltre gli ordinativi di beni durevoli, sebbene in forte aumento nel complesso, sono calati in modo inatteso se si esclude la componente trasporti. Bullard, presidente della Fed di St. Louis, ha dichiarato che un improvviso aumento delle aspettative d’inflazione potrebbe offuscare le altre preoccupazioni della Fed.
Ha poi aggiunto di notare che recentemente tali aspettative stanno diminuendo. Il recente trend decrescente delle aspettative di inflazione è evidente se misurate in termini di breakeven sui Tips, in trend calante da metà gennaio. Bernanke ha dichiarato che l’utilizzo dei cds per destabilizzare un paese è controproducente e che la banca centrale sta investigando sui contratti che Goldman Sachs ed altre banche d’investimento hanno siglato con la Grecia.
La Fed starebbe utilizzando i nuovi poteri di supervisione sulle banche per raccogliere informazioni sui rischi del sistema finanziario. Sul decennale governativo il supporto si colloca al 3,60%. Sul fronte macro segnaliamo per oggi la seconda lettura del Pil del quarto trimestre e la vendita di case esistenti di gennaio.
Valute: dopo aver toccato il supporto in prossimità di area 1,3450 l’euro/dollaro ha dato luogo ad un rimbalzo anche se resta ancora al di sotto della resistenza più vicina collocata a 1,3630. Questa mattina il Wsj segnala che alcuni tra i principali hedge fund al mondo (tra cui Soros) avrebbero messo in atto enormi posizioni che puntano ad un futuro deprezzamento dell’euro.
Addirittura alcuni manager ritengono che l’euro possa calare fino alla parità verso il dollaro.
Che gli speculatori siano in questo momento fortemente ribassisti sul cross risultava evidente anche dagli ultimi dati del Cftc dello scorso venerdì, i quali evidenziavano una posizione netta corta in future sui massimi storici. In tarda serata saranno annunciati i dati aggiornati a questa settimana. Dopo il marcato apprezzamento di ieri, lo yen si è leggermente deprezzato verso euro e dollaro. Verso euro il cross trova il supporto in area 120, mentre la resistenza per oggi si colloca a 121,50 circa. I dati macro giapponesi rilasciati questa notte hanno confermato la deflazione in atto nel paese.
Materie Prime: giornata negativa per le materie prime tranne poche eccezioni. Tra i più penalizzati troviamo i metalli industriali guidati da zinco (-4,1%) e piombo (-3%). Negativi anche gli energetici guidati dalla benzina (-3%). In calo anche il greggio Wti (-2,3%). In controtendenza invece i metalli preziosi con l’oro in rialzo dell’1%. Negativi gli agricoli, unica eccezione il cotone (+2,5%).
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