Per l’Italia l’euro è troppo forte del 9%, in Germania invece la moneta unica è dell’11% sottovaluta. Sono le stime del Fondo Monetario Internazionale e dipingono un quadro senza via d’uscita per l’Eurozona (vedi grafico sotto riportato). Al momento non c’è una soluzione ovvia a questo problema: la matematica condanna uno dei due paesi.
Berlino è presente, insieme a Cina, Giappone, Corea del Sud, India e Svizzera, nella black list americana dei paesi accusati di svalutare la moneta. Da aprile 2016 a oggi la Germania e i due paesi asiatici economicamente più potenti dopo Pechino (Tokyo e Seul) hanno superato due delle tre linee rosse tracciate dagli Usa nel report: hanno surplus delle partite correnti enormi con il resto del mondo e presentano un avanzo commerciale con gli Stati Uniti.
In dollari, la Germania ha il surplus delle partite correnti più grande di tutti i paesi citati: $329 miliardi negli ultimi quattro trimestri presi in esame (fino a fine giugno 2018). Si tratta del livello nominale più alto mai registrato.
A 67 miliardi di dollari, Berlino ha anche il livello di avanzo commerciale bilaterale con gli Stati Uniti più elevato del gruppo e non sono stati compiuti progressi significativi da questo punto di vista. Negli ultimi anni, infatti, la Germania non ha adottato misure per ridurre nessuno dei due surplus giganteschi.
Il governo Merkel se lo può permettere perché la domanda interna in Germania non è stata abbastanza forte da facilitare un riequilibrio dei fattori commerciali e perché il tasso di inflazione ancora basso ha contribuito a livello di tassi di cambio effettivi, a tenere basso anche il valore dell’euro nei confronti del dollaro.
Il modo con cui di solito le banche centrali possono cambiare la situazione di moneta sopravvaluta o sottovalutata passa tramite due vie: una politica monetaria di rialzo o ribasso dei tassi di interesse o con un intervento diretto sui mercati valutari. Qualunque cosa faccia la Bce, tuttavia, finisce per sfavorire uno tra Italia e Germania.
È un dilemma di impossibile risoluzione per Mario Draghi e i capitali stanno da quest’estate prendo la via d’uscita dall’Italia come dimostrano i dati dei saldi Target 2. Tra luglio e agosto gli squilibri sono cresciuti di 21,4 miliardi di euro nella terza economia dell’area euro. A luglio il deficit era pari a -471,1 miliardi di euro e ad agosto si è ampliato a 492,5 miliardi.
Dopo che la presentazione della legge di bilancio per il 2019 ha ufficialmente aperto lo scontro tra Italia e autorità europee, chi sarà ancora disposto a comprare i titoli di Stato italiani e a quale prezzo?