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Euro: massima volatilità, dopo balzo a $1,11 scende a $1,09. L’outlook di Credit Agricole

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MILANO (WSI) – Le previsioni sull’economia dell’area euro stanno migliorando e l’esposizione alla regione dei portafogli di investimento sta pian piano tornando ad aumentare. Le speranze che la Grecia ottenga finanziamenti a breve termine per scongiurare un default sul debito e un’eventuale uscita dall’area della moneta unica hanno portato sollievo nei mercati finanziari.

L’euro è tornato ad issarsi in area 1,11 dollari. Chi ha investito lungo è in attesa della prossima riunione della Federal Reserve di marzo, da cui potrebbero uscire nuove indicazioni importanti sul tempismo della prima stretta monetaria da ormai 9 anni. Intanto le tensioni geopolitiche portano fermento sui mercati valutari. La notizia relativa ai bombardamenti dell’Arabia Saudita contro le postazioni delle milizie sciite Huthi in Yemen, e il sostegno logistico e di intelligence assicurato dagli Usa, ha messo inizialmente sotto pressione il dollaro, a vantaggio, del petrolio, che a New York ha segnato la fase rialzista in cinque giorni più forte dal 2011, con i futures sul greggio a New York in forte rally.

La flessione del biglietto verde ha portato l’euro a salire anche sopra la soglia di $1,11. Poi, i rumor sulla morte dei leader dei ribelli sciiti in Yemen hanno innescato un rally del dollaro, e al momento il rapporto euro/dollaro è in flessione -0,41% a $1,0924.

I movimenti valutari dipendono molto dalle speculazioni sulla Fed, e sui tassi di interesse Usa, che sono fermi allo 0-0,25% dal 2008; le autorità hanno iniziato la fase di allentamenti monetari nel 2006.

Secondo gli analisti di Credit Agricole il cambio euro dollaro potrebbe facilmente consolidarsi ulteriormente e la volatilità potrebbe rimanere sotto controllo nel breve termine. Ma solo sul breve. L’analisi della banca francese dice che l’euro non dovrebbe beneficiare gran che del miglioramento dell’outlook dell’economia, perché esso non dovrebbe avere un impatto sulle politiche ultra accomodanti – e di riflesso penalizzanti per la forza della moneta – della Bce.

Finché gli investitori restano propensi a proteggersi dai rischi al ribasso e il Quantitative Easing – il programma straordinario di acquisto di titoli di stato – continuerà a incoraggiare a vendere euro piuttosto che a comprarne, difficilmente la moneta unica trarrà beneficio dai flussi verso i mercati azionari dell’Eurozona.

A lungo termine sono inoltre presenti rischi al ribasso innegabili. Nel terzo trimestre gli analisti prevedono che il cambio tocchi la parità, con il rally del dollaro che riprenderà in concomitanza con l’avvicinarsi dell’innalzamento del costo del denaro da parte della Fed.

Sul mercato dei tassi di cambio, dopo aver rotto al rialzo la resistenza a $1,1030, la moneta unica ha fatto un’accelerazione oltre 1,11. Al momento scambia in progresso ma ben sotto i massimi di giornata: il rialzo è dello 0,58% a $1,1034.

(DaC-Lna)