Legnano – Che dire? Che l’euro dovrebbe essere sensibilmente più basso nei confronti del dollaro americano?
Questa non è una novità e rimaniamo all’interno dello scenario ribassista disegnato un paio di settimane fa, che come vedremo tra poco, ci restituisce degli obiettivi sotto area 1.2700.
L’eccezione all’interno del quadro che vede ancora le correlazioni rischio/dollaro valide è rappresentata dalla sterlina inglese. Essa sta mostrando una forza relativa maggiore rispetto alle valute a più alto rendimento (eur, cad e aud) e questo testimonia come la valuta di sua maestà , pur non essendo di fronte a nessun dato macroeconomico particolare, sia in grado di mantenersi sopra 1.6000 pur trovandosi all’interno di un quadro di medio periodo per il momento ancora ribassista.
La discesa della moneta unica può essere considerata strutturale in questo momento, e le prospettive non sembrano migliorare.
I problemi greci rimangono sotto i riflettori e molto probabilmente potranno essere in grado di pesare anche per la giornata di oggi sui mercati.
Il taglio del rating di 26 banche italiane da parte di Moody’s non dà di certo una mano, anche se la decisione era attesa dopo il taglio di rating del Paese e gli incontri che stanno tenendo occupati i vertici europei, di carattere politico, forse saranno in grado di dare il colpo di grazia ai supporti in quanto, siamo pronti a scommettere, non verranno prese decisioni concrete di nessun genere da implementare nel breve periodo.
Si sta ancora comprando tempo, e, forse, questa volta gli investitori puniranno questo atteggiamento riflettendo le vendite anche sul valutario e non solo sui mercati tradizionali.
Le commodities stanno seguendo queste liquidazioni di rischio e l’oro si trova intorno a quota 1,550.00, livello da curare e che se rotto aprirebbe la strada verso 1,525.00, mentre il petrolio sta consolidando sotto 95.00, il livello che ieri abbiamo lavorato in rottura e che ora rappresenta l’inizio dell’area di resistenza che termina in zona 95.25 e che può essere considerata per entrate corte nel momento in cui le borse dovessero performare negativamente.
Le aperture potrebbero essere a rialzo dopo le forti discese di ieri in quanto il mercato ha consolidato per buona parte del pomeriggio, ma si tratta di correzioni tecniche in un quadro di medio ancora negativo.
EurUsd
La tendenza negativa della moneta unica continua ad essere evidente, ancora di più da ieri quando abbiamo assistito alla rottura dell’ultimo livello interessante ipotizzato come supporto. Anche 1.2875 è stato superato e sembra che, davvero, arrivati a questo livello la correzione sino a 1.2625 sia solamente una questione di tempo. L’idea è di continuare a provare a seguire questa palese tendenza supportati dalla media mobile a 21 su grafico H4 che indica una resistenza vicina al livello rotto ieri.
UsdJpy
I movimenti del cambio UsdJpy degli ultimi giorni sono davvero molto controllati e per nulla volatili. Vale ancora l’idea che portiamo avanti da qualche tempo: la tendenza negativa in atto dal 21 marzo scorso procede almeno sino alla rottura della parte alta del canale ribassista che si trova a passare a 80.25 nelle prossime ore. Ancora una volta ricordiamo l’importanza nel breve anche della resistenza statica di 80.05.
EurJpy
Anche sul cambio EurJpy siamo in presenza di una continuazione di tendenza ribassista. Nelle ultime ore i prezzi si sono scontrati con l’area di 102.30 che sembra essere l’ultimo livello di supporto statico valido prima che il cambio vada a continuare la figura ribassista di “testa spalle” che abbiamo visto insieme la settimana passata. Ricordiamo che gli obiettivi in questo caso sono molto ambiziosi (98 circa) poiché la figura trae origine da un grafico daily o H4.
GbpUsd
Abbiamo già detto come il cable stia tenendo meglio dell’eurodollaro. La conferma arriva dalla giornata di ieri, in cui il cambio è rimbalzato sulla media a 200 periodi su grafico H4 allontanandosi dal livello chiave di 1.60. Anche per oggi l’area 1.6050 potrà risultare utile come bussola per prevedere la ripresa di un trend negativo.
AudUsd
Rotto il livello di parità non nutriamo moltissime speranze per una ripresa del cambio. In questo momento siamo, infatti, ancora orientati al raggiungimento del punto di partenza dell’ultimo movimento positivo (0.9870 il 15 dicembre scorso).
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