Economia

Euro sempre debole nonostante la fiammata dell’inflazione nella zona euro

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Il nuovo incremento dell’inflazione della zona euro a febbraio (salita al 5,8%) mantiene viva l’idea tra gli investitori che la BCE possa aumentare i tassi di interesse nel 2022 per cercare di frenare la dinamica dei prezzi al consumo. Già la riunione di febbraio del Consiglio direttivo di Francoforte è stata percepita dagli operatori di mercato come piuttosto aggressiva poiché è stata lasciata aperta la porta per un potenziale aumento dei tassi nel quarto trimestre del 2022. Nonostante questo scenario sui tassi di interesse le prospettive dell’Euro sono offuscate dall’invasione dell’Ucraina che porta gli investitori a cercare beni rifugio come il dollaro o il Bund.

Effetto inflazione: analisi grafico giornaliero EUR/USD

Grafico giornaliero EUR/USD - Tradingview
[/media-credit] Grafico giornaliero EUR/USD – Tradingview

Gli investitori sono sempre alla ricerca di beni rifugio come il dollaro o il bund tedesco, una mossa che ne sta facendo salire le quotazioni. Basti pensare che ieri si è registrato il calo maggiore degli ultimi anni del rendimento del Bund a 10 anni sceso di oltre 23 punti base mentre l’euro si è indebolito ulteriormente rispetto al biglietto verde nonostante i mercati abbiano rivalutato la probabilità di aumenti dei tassi di interesse dell’Eurozona nel 2022.

Rispetto al dollaro l’euro continua ad indebolirsi. Secondo gli analisti di Wall Street Italia, se la fascia di prezzo intorno a 1,1000 dovesse resistere vedremo un rialzo, almeno sul breve termine, delle quotazione della valuta europea, con zone di resistenza a 1,1400 – 1,1500.

La rottura dell’attuale zona a 1,10 apre invece la strada ad un possibile ulteriore ribasso della divisa unica rispetto al dollaro fino a zona 1,0770.

  • Tasso di inflazione su base annua = 5,8% vs 5,4% previsto
  • Core CPI = 2,7% vs 2,5% previsto