Economia

Euro senza Spagna? Entro quest’anno

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ROMA (WSI) – “Un precedente pericoloso” che mette a rischio la fiducia riguadagnata negli ultimi mesi. Anche il direttore generale dell’Institute of International Finance, Tim Adamas, ha giudicato negativamente il piano di salvataggio partorito dall’Unione europea per Cipro. E’ un salvataggio che significa “attraversare il Rubicone” con effetti “destabilizzanti nel breve, nel medio e nel lungo periodo”, ha spiegato Adams, chiedendosi cosa succederà se da qui a sei mesi la Spagna, il Portogallo o l’Italia si troveranno nella stessa situazione?

Una domanda a cui hanno cercato di rispondere gli esperti di Bank of America Merrill Lynch, convinti che potrebbe anche accadere quello che tutti stanno cercando di evitare. Studiando il caso Spagna gli analisti sono giunti alla conclusione che potrebbe uscire dall’euro entro la fine del 2013. “La Spagna non sarebbe in grado di far fronte alle sue scadenze di debito pubblico di fronte a un aumento dei rendimenti: potrebbe decidere di chiedere di uscire dall’euro nel corso dell’ultimo trimestre del 2013 o all’inizio del 2014″.

Considerando che lo scenario di base tracciato da BofA prevede per la Spagna un disavanzo del 7% nel 2013 e del 6,2% nel 2014, a condizione che la situazione non si modifichi; qualora dovessero esserci revisioni sul rating sovrano oppure altri focolai di crisi in Europa il deficit del Paese potrebbe collocarsi oltre la soglia del 7% fino alla fine del 2014. Quindi non ci sarebbe scampo. Dall’altro lato Bank of America riconosce che la Spagna ha intrapreso la strada delle riforme, ma lo sforzo deve essere maggiore, altrimenti il debito del Paese potrebbe diventare insostenibile.

Il broker ha, inoltre, calcolato che gli investitori esteri dovranno acquistare Bonos per almeno 25mila milioni di euro. Qualora non succedesse, le banche iberiche dovranno farsi carico di questo “fardello”, portando la loro esposizione ai titoli di Stato spagnoli oltre la soglia dei 69mila milioni fra febbraio e dicembre di quest’anno. Nello scenario migliore in cui gli investitori esteri acquisteranno Bonos per lo stesso ammontare del 2011, le banche spagnole saranno costrette a utilizzare del 65% della loro liquidità per riacquistare circa 28mila milioni in Bonos. Una situazione fragile che potrebbe significare dover attraversare il Rubiconeun’altra volta.