Legnano – QE3 o non QE3. Questo è il problema. Siamo ripetitivi, abbiamo già esordito con questa citazione shakespeariana in un articolo di oltre un mese fa, ma oggi ci troviamo quasi costretti a riproporlo in quanto esso rappresenta l’interrogativo principale che sta attanagliando i mercati, punto di domanda che verrà dissipato in serata quando il FOMC parlerà.
Il fatto che il mercato del reddito fisso stia mostrando i tassi fermi fino al 2015 ha fatto aumentare molto la probabilità che la Fed intervenga con acquisti di titoli di stato sulle scadenze più lunghe, questa volta tramite la creazione di moneta e quindi andando ad inciccionire il proprio bilancio anziché tramite l’Operation Twist, dove si finanzia l’acquisto di titoli di lungo tramite la vendita di titoli a breve.
E questa sera le orecchie degli analisti e degli operatori saranno puntate proprio a qualsiasi riferimento a nuovi orizzonti temporali di riferimento per i tassi e al quantitative easing 3, che potrebbe portare liquidità all’economia reale, soldi che sono necessari e che sarebbero visti come la manna dal cielo, soprattutto nel breve periodo.
La reazione che il mercato mostrerà di fronte ai diversi scenari cui possiamo trovarci di fronte tra qualche ora potrebbe essere estremamente legata ai processi di propensione al rischio o di avversione ad esso, che fino ad ora hanno continuato a mostrare, durante i momenti di concertazione dei movimenti che sono comunque meno frequenti rispetto a quanto accaduto fino allo scorso maggio, borse salire insieme alle materie prime, con il dollaro americano che invece veniva venduto (valuta di finanziamento) nel momento in cui il tasto del rischio era posizionato su “on” e viceversa quando l’avversione al rischio andava a prevalere.
L’eccezione qui potrebbe essere rappresentata dall’oro, che potrebbe salire sia in caso di buone notizie sia in caso di cattive news sul fronte liquidità (nei giorni scorsi ci ha mostrato una reazione da bene rifugio, per ben due volte). Rimane comunque da osservare il livello di 1,723.75, sotto il quale potrebbero invece verificarsi appesantimenti di prese di profitto e di vendite del metallo giallo.
EurUsd
Inspiegabilmente, secondo molti, la moneta unica continua a guadagnare terreno nei confronti del biglietto verde. Anche l’ultimo livello di resistenza giudicato chiave, per le sorti del lungo periodo, 1.2820-40 (dove transitava il massimo precedente e la media a 200 periodi su un grafico giornaliero), è stato oltrepassato senza troppe difficoltà. Ed ora? La tendenza di fondo continua a risultare positiva nel medio-lungo e si affida a 1.2750 come supporto di breve. La prima resistenza evidente osservando, un grafico passato che arrivi sino ad inizio anno, è data da 1.2960.
UsdJpy
Finalmente il cambio UsdJpy torna a far parlare di se. Purtroppo per molti investitori è stato oltrepassato il livello di supporto chiave di 78 sulla scia di vendite generalizzate di dollari. La discesa per il momento si è fermata 30 punti sotto la rottura ma dalle prossime evoluzioni capiremo cosa sarà del cambio. Intanto, nella notte, i prezzi sono giunti di nuovo a 78 confermando l’importanza come resistenza di un livello giudicato supporto chiave sino a poche ore fa.
EurJpy
Due forze contrapposte, molto forti, hanno fatto si che il cambio EurJpy salisse ma in misura minore rispetto a quanto possibile. Siamo, infatti, tornati stabilmente al di sopra di 100 figura ma non oltre il livello di 100.40 che è il massimo visto dai prezzi venerdì passato e che potrebbe far continuare la strada sino a 101.30. Intorno a 100 e 99.90 siamo fiduciosi che si trovi ancora il supporto fondamentale.
GbpUsd
Ci siamo anche per il cable. Il livello di svolta rialzista che dovrebbe farci assistere ad un ritorno sui livelli di fine aprile (1.63) si trova a 1.6080, livello toccato alcune volte da ieri ma mai stabilmente superato. Potrebbe rappresentare, questo, un ulteriore conferma della vendita generalizzata di dollari a cui stiamo assistendo.
AudUsd
La flag rialzista osservata ieri mattina sul cambio AudUsd ha funzionato egregiamente per anticipare una salita del dollaro australiano davvero notevole. Rotto, infatti, il livello di resistenza dinamica di 1.0340, ci troviamo oggi con prezzi 130 pip al di sopra e con un cambio che, grazie alla ripresa del rischio, potrebbe giungere sul picco di massimo di riferimento precedente che si trova a 1.0540.
GER30
Sull’indice tedesco GER30 vediamo una certa resistenza a 7,300, confermando l’idea dei giorni passati. Se oggi i prezzi dovessero andare ad oltrepassare 7,330 (che è il vero punto di transito della parte alta del canale rialzista in atto da inizio giugno) potremmo vedere un agevole ritorno (non immediato però) sui massimi degli ultimi anni, area 7,500.
ITA40
La ripresa della propensione al rischio ha fatto si che anche l’indice di casa nostra, ITA40, continuasse nel proprio percorso di correzione positiva. Non dobbiamo dimenticare l’importanza dell’area di resistenza che viaggia da 16,160 a 16,200, livello a cui i prezzi hanno chiuso ieri. Oltre questo, come sosteniamo da giorni, lo scenario si fa più roseo per l’ITA40 ed il recupero del movimento in calo compiuto da marzo potrebbe essere totale.
Copyright © FXCM per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved