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Euro: si apre lo spiraglio per riagganciare quota $1,32

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Legnano – Settimana che comincia all’insegna di una semi-debolezza dell’euro, dopo le parole del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi. L’italiano si è lanciato in commenti che lo vedono come la prima autorità di un istituto centrale a parlare di costi relativi alla rottura della zona euro, nessuno prima di lui aveva mai affrontato l’argomento e questo deve farci pensare.

Soprattutto di fronte ad uno scenario che vede quello che prima dell’intervento della SNB era considerato il termometro della salute e soprattutto del grado di fiducia del mercato sulla moneta unica europea, scendere. In maniera pericolosa. Stiamo parlando chiaramente di EurChf, che se voi visualizzate su un grafico orario effettuando la copertura del prezzo con l’indice italiano, parla da sé.

Prima dell’intervento, la correlazione è chiara, e questo movimento del franco sembra poter suggerire nuova pesantezza sui mercati azionari, che se dovesse effettivamente realizzarsi vedrebbe la salita, molto probabilmente soltanto del dollaro a parte il discorso implementato settimana scorsa sul franco svizzero.

Dal presidente della BCE ci arrivano anche commenti sugli acquisti di bond di Paesi specifici, che non potranno essere illimitati in quanto è importante non distruggere la credibilità dell’Istituto, nato non per sostenere i Paesi di un’area monetaria mal partorita, ma per garantire la stabilità dei prezzi nel medio periodo – aggiungiamo noi.

Il presidente sa benissimo che qualcosa occorre fare e crediamo stia cercando i canali più idonei per trasmettere gli aiuti dovuti a quei Paesi che si trovano in difficoltà, in quanto crediamo che dall’alto delle sue competenze (i nostri pareri sulle competenze personali tecniche di Mr. Draghi sono estremamente positivi), egli abbia l’estrema consapevolezza che oltre alle manovre di austerity avviate nei Paesi periferici, sia altrettanto estremamente necessario controbilanciare il tutto con aiuti per stimolare in maniera importante la ripresa e la crescita economica (la ridondanza del termine estremamente è voluta).

A livello di dati macroeconomici non abbiamo nulla di importante per la giornata di oggi, per cui avremo modo di valutare il sentiment di mercato e di cercare di comprendere se possa essere interpretato come il mood della settimana.

Passiamo ora alla sezione di analisi tecnica, notando come l’EurUsd si stia mantenendo sostanzialmente all’interno di un canale laterale di poco più di una figura dopo la forte discesa che ci ha fatto passare da 1.3400 a 1.3000 in due giorni. I confini sembrano ben individuabili: 1.2980 risulta essere il primo livello di supporto statico da considerare per la giornata, alla rottura del quale potremmo assistere ad un’accelerazione verso i minimi relativi di 1.2945, dove dovremo valutare la possibilità di una rottura che porterebbe a 1.2875 o un’ulteriore fase di accumulazione. Per quanto riguarda gli scenari a rialzo, la rottura di 1.3045 potrebbe portare a 1.3100, che se rotto aprirebbe le strade ad un recupero in area 1.3200.

Per quanto concerne UsdJpy abbiamo visto un nuovo tentativo non andato a buon fine di rottura del livello di 78.20, che risulta essere un’area di resistenza davvero molto forte. La sua rottura aprirebbe le strade verso 78.50, tappo per evitare salite fino a 79.00. La strada per la mattinata sembra poter essere rivolta verso una correzione in area 77.75, vicino ai supporti a 77.65.

Per quanto riguarda invece EurJpy, ci troviamo di fronte ad una configurazione molto simile a quella di papà EurUsd, con la leggera differenza di avere un andamento laterale più preciso (EurUsd ha tentato una flag rialzista trasformatasi in fase laterale). 101 figura il confine inferiore, mentre 101.50 la resistenza di brevissimo che se rotta porterebbe ad una resistenza statica data da un massimo precedente individuabile su un grafico orario a 101.80, livello dove transita anche la media mobile a 100 periodi. Se rotta, la vicinanza a 102.00 potrebbe fare da attrattore, dopodiché abbiamo un 102.50, raggiungibile in un solo strappo.

La sterlina contro il dollaro americano, dopo aver compiuto un doppio massimo in area 1.55 ½ ha corretto di tre quarti di figura ed ora sembra aver trovato stabilità tra 1.5450 ed 1.5550. Questi i confini da superare per raggiungere rispettivamente 1.5400 ed 1.5600.

Il cambio UsdChf, dopo la forte salita del franco di settimana scorsa (abbiamo avuto modo di commentare in maniera approfondita l’argomento, anche sul nostro forum di analisi) sembra aver trovato i livelli di supporto in area 0.9345/50. Questi i punti da superare per accelerare di una cinquantina di punti, mentre 0.9400 (livello molto vicino ai prezzi attuali) risulta essere un ottimo livello di resistenza, che oggi potrebbe inibire le salite verso 0.9500 (guardando un grafico di EurChf, capiremo il perché).

EurChf invece, come brevemente anticipato una riga più sopra, è sceso con più forza ed in maniera che possiamo definire “ordinata” da un punto di vista tecnico. Abbiamo infatti la EMA 21 su un grafico orario che continua a funzionare come resistenza dinamica ed i continui acquisti di franchi, ci fanno pensare che effettivamente l’idea espressa settimana scorsa di poter arrivare a vedere 1.2125 in primis (senza escludere possibilità di estensioni ulteriori a sfida della Banca Centrale) possa essere buona anche per la giornata odierna, e questo potrebbe tirar giù anche UsdChf. 1.2220 la resistenza per questo scenario ribassista. Se rompiamo a rialzo, 1.2250/75 risulta essere un’area di resistenza davvero molto forte.

Situazione simile a quella sul cable per AudUsd, con 0.9900 primo confine di supporto (0.9860 è l’ultimo punto) prima di scendere a 98 figura. La parità è il livello0 di resistenza più importante.

Concludiamo con UsdCad che sta creando una divergenza ribassista su un grafico orario, in prossimità anche di un’area di doppio massimo poco sopra 1.0400. 1.0350/35 l’area di obiettivo in caso di correzione, con 1.0300 supporto statico importante.

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