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Euro sui minimi in attesa Bce. È il momento di shortare il dollaro?

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LEGNANO (WSI) – Buona la volatilità apprezzata ieri sul mercato che ha avuto come tema centrale un generale rafforzamento del dollaro americano contro la gran parte delle altre valute; a completare il quadro abbiamo osservato Borse che sostanzialmente hanno consolidato i massimi, così come il Bund Tedesco, mentre l’oro ha confermato le rotture ribassiste viste martedì.

L’euro e le attese

Come avrete potuto osservare, molta è l’enfasi che stiamo attribuendo ai possibili scenari che il 5 giugno andranno a dipingersi con la comunicazione da parte della Banca Centrale Europea di eventuali manovre di politica monetaria, convenzionali e non.

Un taglio del tasso di rifinanziamento principale di 10/15 punti base appare la decisione più verosimile, ma anche quella probabilmente meno efficace e in qualche modo scontata dal mercato. Le vendite di euro alle quali stiamo assistendo in questi giorni, seppure non particolarmente profonde, vanno infatti esaminate nell’ottica di aspettative che stanno andando già a scontarsi sul prezzo e che via via vengono metabolizzate dal mercato.

La seconda possibilità attiene invece al tasso di deposito, quello cioè di remunerazione per le banche commerciali quando conservano in seno alla BCE gli eccessi di liquidità overnight. Al momento questo tasso è a zero, per cui non vi è alcun interesse corrisposto per questo tipo di operazione che continua però ad essere ampiamente utilizzata in un contesto generale di crisi dove il problema centrale è la mancanza di fiducia tra gli agenti economici.

Meglio dunque, dal punto di vista degli istituti di credito, depositare i fondi al sicuro anche se senza nessun ritorno, piuttosto che prestarli ad un’altra banca che a sua volta vive il rischio di controparte e che quindi è potenzialmente insolvente. Che poi è il nodo vero di tutta la crisi del credito che si vive in maniera particolare in Europa.

In questi giorni abbiamo disaminato le parole di Mario Draghi il quale come da retorica ha ribadito la centralità del tema inflazione, naturalmente ritenuta troppo bassa e prolungata al punto da rendere le aspettative sempre più ancorate al downside e tale da creare il contesto per quello che è stato definito un “asset buying plan”, un acquisto di titoli dunque.

Dicevamo ancora come il timore per la pericolosa spirale di inflazione stagnante e di aspettative di inflazione al ribasso abbia dunque riportato in auge il tema del Quantitative Easing della BCE, tema discusso nel meeting di Aprile ma poi completamente dimenticato in quello di Maggio. Ieri Mersch, del Governor Council, ha dichiarato che il prossimo meeting della BCE potrà produrre una combinazione di misure, oltre che poi proporre i consueti concetti di circostanza.

Ancora una volta noi confermiamo che dal punto di vista di impatto sulle variabili economiche, fermo restando l’assunto per il quale la politica monetaria riesce ad essere efficace nelle situazioni di squilibri momentanei e non per dirimere problematiche strutturali del quadro economico, il QE sarebbe senz’altro la risposta più credibile ed efficace all’interno del contesto europeo, oltre che il veicolo per generare veri e propri indebolimenti del valore dell’euro.

Difficilmente questo avverrà, e laddove qualcosa di simile dovesse palesarsi, evidentemente bisognerebbe comprendere le modalità di implementazione di tali misure visto che è impensabile che per statuto, connotazione, e contesto europeo, la BCE possa intraprendere un QE all’americana.

Ieri il cambio eurodollaro ha rivisitato nuovi punti di minimo e nell’analisi che proponevamo in questa sede 24 ore fa, ci premuravamo di sottolineare l’analisi dei meccanismi di accumulazione/distribuzione, privilegiando questo secondo caso per un’offerta che è evidentemente ancora prevalente sulla domanda. In basso ci dilungheremo sull’analisi tecnica del cambio.

Dollaro in spolvero

Ciò che non può che far piacere a chi trada il mercato valutario è assistere a movimenti correlati in ottica dollaro centrica del tipo: dollari comprati contro tutte le altre valute o dollari venduti contro tutte le altre valute. Ieri si è verificato il primo caso, come dimostra il benchmark FXCM DJ Dollar Index che ha ben superato la soglia dei 10.500 punti fino a 10.530.

Tecnicamente esso si trova ancora in un una fase di correzione, con il canale tracciabile a partire dai minimi dello scorso 8 maggio a 10.370 punti che sta ben contenendo il prezzo e che rappresenta dai fatto appunto una correzione rispetto all’ampio movimento ribassista cominciato il 21 gennaio di quest’anno.

L’area attuale è inoltre di grande importanza perché corrispondente ai primi punti sensibili di ritracciamento per eventuali ripartenze della tendenza principale; nella fattispecie l’area di 10.520 rappresenta il 38,2% di Fibonacci, oltre che zona di passaggio di medie mobili esponenziali a 100 e 200 periodi sul grafico daily.

Da monitorare dunque con grande attenzione questa price action dal momento che un eventuale arresto del prezzo in quest’area significherebbe potenziali nuovi scenari short per il dollaro e quindi ripartenze in su dei vari Eurodollaro, GbpUsd e AudUsd e tendenzialmente giù di UsdJpy.

Laddove quest’ultimo ancora risulta piuttosto incerto, grande volatilità l’ha mostrata il cable che si avvicina a zone di supporto cruciali attorno a 1,6650, e questa notte l’australiano grazie all’ennesimo cambio di fronte rialzista che dovrà però cercare grandi conferme nel momento in cui il movimento apprezzato poche ore fa potrebbe tranquillamente inserirsi nel novero delle fasi del meccanismo di distribuzione che prelude dunque a nuovi short.

QUADRO TECNICO

EurUsd: messa in fortissima discussione quindi la cruciale area di supporto attorno a 1,3620 che sul daily è il punto di transito della media mobile a 200 periodi. Ieri ne abbiamo avuto la riprova con il raggiungimento dei punti di minimo, e la nuova rottura fino ai minimi a 1,3590, livello di poco superiore a quello preciso ed identificato in 1,3575/80. Il time frame a 4 ore risulta ancora molto affidabile nel fornire indicazioni ribassiste con l’ottima funzione della media mobile esponenziale a 21 periodi quale resistenza dinamica ed ora passante proprio per 1,3620. Esattamente come ieri, grande prudenza dunque nel seguire per poi tradare la potenziale divergenza regolare rialzista tra prezzo e stocastico che pure ieri appariva in sviluppo. 1,3620 è almeno il primo punto da attendere per ingressi long, ed in maniera più conservativa 1,3650. Per l’impostazione tecnica finora offerta questi rappresentano punti di vendita sempre guardando ad area 1,3575.

UsdJpy: dopo la modesta direzionalità dei giorni scorsi, siamo tornati in piena lateralità su questo cambio. Le conferme della valenza di area 102 come resistenza si sono avute, così come le rotture ribassiste che individuavamo sotto 101,85 verso il primo e stretto target a 101,65. Il grafico orario suggerisce un’impostazione in discesa per ingressi in limit in area 101,75 ed in stop sotto 101,60 per obiettivi a 101,35. Sfruttabile in long la verosimile lateralità che si verrebbe a creare alla tenuta di 101,60, nuovamente in direzione 101,85.

EurJpy: perfettamente appoggiata sulle media mobile semplice a 200 periodi del grafico giornaliero la price action di questo cross. Valida dunque l’area di supporto a 138,15, dopo le precise rotture discesiste viste ieri sotto il livello di 138,80. Il grafico orario suggerisce nuovi short in area media 21 a 138,45 verso i punti di minimo e la possibilità di restare in posizione su eventuali rotture al ribasso che potrebbero spingersi anche su obiettivi importanti a 137,50. Possibile un pattern di “pera cotta” oraria, da implementare con long in area 138,50 in direzione 138,85.

GbpUsd: ieri suggerivamo l’operatività in breakout della congestione notturna con l’arrivo dei flussi di liquidità in Europa. Da lì poi sono partite copiose vendite fino ad un importante punto di supporto e soglia psicologica di 1,67. Tecnicamente precisa ora la flag formatasi e ben visibile sui grafici a 4 ed 1 ora, che potrebbe dunque consentire nuove vendite a partire da area 1,6730 e poi 1,67 in direzione di 1,6665. Lo scenario alternativo è quello di lieve partenze al ribasso ma col fallimento di nuovi minimi e l’idea di comprare, anche qui in contesto di “pera cotta” sopra 1,6735 per obiettivi a 1,6780.

AudUsd: come giù introdotto pocanzi, ampi i movimenti in acquisto di questa notte. Nonostante la scarsa direzionalità la price action però continua a mostrarsi molto tecnica dal punto di vista dell’affidabilità dei livelli statici. Buono infatti l’approdo a 0,9210 e le sucecessive ripartenze verso 0,9250, 0,9275 con l’obiettivo di 0,9315 che dunque diviene molto verosimile. Possibili però prime correzioni in pullback proprio di 0,9270 prima di nuove ripartenze al rialzo. Sotto quest’ultimo livello rientreremmo nel range degli ultimi giorni con conferme di falsa rottura al rialzo e con gli obiettivi sopra evidenziati.

Ger30 (Dax): importanti aree di massimo dunque per l’indice tedesco che ieri ha di fatto consolidato, confermandoci i livelli di supporto che ieri individuavamo tra 9.910 e 9.920 punti. Il grafico orario ancora una volta ci fornisce conferme importanti dal punto di vista delle confluenze grafiche e non possiamo che ribadire i livelli appena citati come buoni per potenziali ripartenze verso i massimi. Eccezionale addirittura il grafico a 15 minuti per le indicazioni sui punti di ingresso in scia ai rialzi. Restiamo prudenti, ma possibilisti visti gli scarsi volumi, su ribassi da gestire però prudentemente sotto 9.890 per anche ambiziosi target a 9.800.

XauUsd (Oro): violata significativamente la dinamica di congestione dell’oro delle ultime settimane con le forti discese che hanno messo in discussione il supporto a 1.268 dollari l’oncia, oltre che violato via via i vari 1.286 e 1.277. Questo quanto avvenuto martedì. Ma anche ieri le conferme di tecnicalità sono provenute dal gold, nel momento in cui in questa sede proprio ieri evidenziavamo il livello di 1.269 come punto di potenziale ritracciamento e ripartenza verso area 1.255. Esemplificativa in questo senso la media 21 del grafico orario. Molto vicino dunque il target. Appare comunque sensato posizionare eventuali stop entry sotto quest’ultimo per rivedere 1.247 prima e 1.237 poi, ma è lecito potersi attendere ritracciamenti sopra 1.260 proprio in ripresa di area 1.268/70.

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