Torna a riunirsi oggi alle 19, con uno slittamento di 2 ora rispetto a quanto previsto, l’Eurogruppo. Obiettivo: trovare un compromesso, dopo che martedì scorso, dopo 16 ore di lunghe trattative, il meeting dei ministri delle finanze è terminato con un nulla di fatto.
L’impasse che i ministri delle Finanze europei non sono riusciti a superare e che ha dato vita allo scontro frontale tra Italia e Olanda è legato alle obbligazioni europee contro la crisi da coronavirus e alle condizionalità sulle linee di credito del Mes.
A poche ore dall’avvio del vertice, il Parlamento olandese ha approvato due risoluzioni che esortano il governo a non accettare gli Eurobond e a tenere il punto sulla condizionalità per l’utilizzo del Mes.
Le mozioni, presentate rispettivamente dal partito anti-Ue Forum per la democrazia (FvD) e da una formazione trasversale di deputati, non sono vincolanti ma danno un chiaro indirizzo politico al governo.
Secondo quanto emerge al momento la situazione rimane ferma, ma Berlino avrebbe espresso la sua “frustrazione” rispetto al veto dell’Aia sulle condizionalità più stringenti del Mes e questo potrebbe portare l’Olanda ad ammorbidire la sua posizione.
“Da tempo immemore si conoscono le differenze tra le intenzioni dei paesi del Nord Europa e quelli del Sud Europa. Nel meeting dell’Eurogruppo le distanze fra le necessità dei diversi Stati sono diventate ancora più evidenti. La trasparenza del ministro delle finanze olandese William Hoekstra sulla scelta di bloccare con ogni mezzo la possibilità di introdurre gli Eurobond e acconsentire a un leggero alleggerimento delle condizioni relative alle linee di credito del MES ha mostrato un capro espiatorio da incolpare per la mancanza di misure di solidarietà europea. Ma anche il ministro italiano Gualtieri ha mantenuto imperterrito il proprio posizionamento con la richiesta dei Coronabond e un atteggiamento fortemente contrario alle condizioni del MES” spiega Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia.
Per l’esperto di IG Italia, oggi si troverà un accordo nelle tre proposte già discusse da settimane ovvero:
- Linee di credito MES con scarsa condizionalità;
- Rafforzamento della Banca Europea per gli Investimenti (Bei) attraverso un fondo in grado di mettere garanzie per i prestiti alle imprese;
- Programma SURE per garantire cassa integrazione e salvaguardare posti di lavoro.
“Per quanto riguarda il primo punto sembrerebbe che solamente l’Olanda fosse contraria a un cambiamento delle condizioni per richiedere prestiti al MES con Hoekstra che avrebbe insistito sull’inserire delle clausole temporali. Ma non crediamo che sia solo l’Olanda da biasimare. La virtuosa Olanda ha la fascia da capitano in questa disputa ma non è leader dei paesi nordici. Dietro di lei è abbastanza chiaro che sia presente la Germania.
Le proprie autorità politiche dal ministro dell’economia Peter Altmeir al presidente della Baviera e capo del CSU Markus Soder hanno respinto fortemente l’idea degli Eurobond. E nonostante il recente editoriale sul Der Spiegel in favore dei Coronabond (e anche il progetto di Maas-Scholz) sembra che l’opinione pubblica tedesca non sia a favore di alcuna forma di mutualizzazione del debito” ha aggiunto Diodovich .
Quali scenari è possibile ipotizzare sui mercati?
“Crediamo che in caso di approvazione solamente delle tre proposte menzionate in precedenza (MES,BEI e SURE) l’Eurogruppo sarebbe da considerarsi un fallimento e ciò potrebbe causare nuove ondate di pessimismo sui mercati soprattutto sull’obbligazionario con una BCE sempre più sotto pressione a comprare titoli di stato dei paesi a elevato debito. Potremmo assistere anche a un ritorno dello spread verso i 250 punti base nonostante lo scudo dell’istituto di Francoforte.
Tali soluzioni lascerebbero inoltre aperta una spaccatura profonda all’interno dell’Unione Europea e potrebbero non essere sufficienti a garantire la ripresa economica dei paesi in difficoltà. Discorso diverso invece se a tali proposte venisse approvata una misura eccezionale e straordinaria in grado di creare un potente scudo fiscale oltre a quello monetario creato dalla BCE” ha concluso Diodovich.