(Teleborsa) – A pochi giorni dal G20 a Seul e dopo la fratellanza commerciale stretta tra Stati Uniti e India, monta la tensione tra Europa e Usa. Il motivo di tanto nervosismo, è ancora una volta la discussa mossa di politica monetaria non convenzionale, decisa dalla Federal Reserve, la settimana scorsa. I commenti tale decisione, non si sono fatti attendere, in particolare dall’Eurozona. Il presidente dell’Eurogruppo Juncker, e primo ministro Lussemburghese, ha detto che ciò porterà ad un aumento dei rischi di inflazione ed è un modo per combattere i debiti, facendo altri debiti. “La politica monetaria degli Usa non sembra in linea con la politica del G7” ha affermato ancora Juncker, precisando che “alla UE, in particolare ai paesi dell’Eurozona, la manovra espansiva da 600 miliardi di dollari della Fed, non piace”. Anche il resto del Mondo non è rimasto a guardare. Al monito europeo si è aggiunto quello di Pechino. Il vice ministro delle Finanze cinese, Zhu Guangyao, ha detto che “in qualità di importante emittente di valuta di riserva, riteniamo che la FED con questa mossa non abbia riconosciuto la sua responsabilità per stabilizzare i mercati globali e non abbia pensato alle conseguenze di eccesso di liquidità sui mercati emergenti.” Pronta la risposta del Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che dall’India ha difeso la mossa della Banca Centrale statunitense. “Il mandato della Fed, di far crescere l’economia, è anche il mio, e questo non è solo un bene per l’America ma anche per il mondo intero”. L’inquilino della Casa Bianca, venerdì scorso, commentando i nuovi dati sull’occupazione definiti “incoraggianti” ha dichiarato di “essere aperto a qualsiasi idea, a qualsiasi proposta che possa far crescere l’economia più velocemente”. A questo punto la parola passa al G20, in calendario giovedì e venerdì prossimo, e chissà se si deciderà qualcosa di concreto.