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Eurovision Song Contest: cosa e quanto si vince

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Una vetrina d’eccezione per un Paese tornato al centro della scena musicale mondiale, grazie al successo dei Maneskin ma non solo: la 66/a edizione dell’Eurovision Song Contest, la terza made in Italy, dal 10 maggio a Torino, ospita 40 Paesi che rappresentano il 30% dei ricavi globali e consacrano il rientro dell’Italia nella top ten dei mercati più mportanti con un 27,8% di crescita a oltre 332 milioni di euro di ricavi.
E’ la fotografia scattata dal Global Music Report – State of the Industry 2021 di Ifpi, la Federazione internazionale dell’industria fonografica.

Eurovision, che cosa è

L’Eurovision song contest (noto come Eurovision o in acronimo Esc) è un festival musicale internazionale nato nel 1956 a Lugano e organizzato annualmente dai membri dell’Unione europea di radiodiffusione. Dalla prima edizione del 1956, il concorso è stato trasmesso ogni anno senza interruzioni in tutto il mondo, fatta eccezione per il 2020 a causa del Covid, rendendolo uno dei programmi televisivi musicali internazionale più longevi di sempre.
È anche l’evento non sportivo più seguito al mondo. Il 10 e il 12 maggio si terranno le semifinali con la finale il 14, tutte e tre le serate saranno trasmesse su Rai1 con inizio alle ore 21.

Montepremi

Chi arriva primo all’Eurovision 2022, cosa vince e quanto si mette in tasca? Come negli scorsi anni, non è previsto un premio in denaro per il vincitore o per i partecipanti. Solo un trofeo e tanta visibilità, che nel mondo della musica non è certo irrilevante. Poi c’è il diritto, da parte del Paese vincitore, di ospitare la manifestazione l’anno successivo. Il che inevitabilmente crea riflessi positivi sul turismo e sull’indotto.

Grazie alla passata vittoria dei Maneskin, quest’anno l’Eurovision Song Contest si terrà in Italia, a Torino, a partire da oggi 10 maggio fino a sabato 14 maggio. La città della Mole, infatti, ha vinto il ballottaggio fra le location di diverse zone d’Italia che si erano candidate ad ospitare la rassegna.

“L’Eurovision -ha detto di recente Enzo Mazza, ceo di Fimi, la Federazione dell’industria musicale italiana -e1 la conferma che l’Italia è tornata al centro del contesto musicale, grazie ai Maneskin ma anche ad altri artisti che cominciano a entrare nelle classifiche globali. Il nostro Paese comincia ad avere un ruolo importante, e vuole tenerselo stretto”.