Nel corso della prossima riunione per salvare Eurovita non sarà presente il Ministero dell’Economia. Stando a quanto riporta “MF Milano-Finanza” a seguito dell’annullamento dell’incontro che era in calendario lo scorso 20 aprile 2023 al Tesoro, le parti si sono rese conto che risulta praticamente impossibile dividere in cinque parti uguali il portafoglio di Eurovita.
Il programma di salvataggio della compagnia finita in amministrazione straordinaria, infatti, prevedeva la spartizione del portafoglio tra le compagnie che partecipavano al progetto.
Cambiano gli scenari per Eurovita
Le banche coinvolte nel salvataggio della compagnia in amministrazione straordinaria, che hanno distribuito le polizze (tra queste ci sono Fineco, Fideuram, Credem e Sparkasse) e alcune assicurazioni chiamate appositamente in campo (tra le quali ci sono Poste Italiane, Intesa Sanpaolo, Generali, Unipol e Allianz) dovranno decidere chi tra loro dovrà prendersi in carico il peso più ingente del risanamento. Coinvolti nella partita Eurovita ci sono qualcosa come 400 mila clienti ed un portafoglio di polizze vita che è composto da 9 miliardi di gestioni separate e da 6 miliardi di unit linked.
La volontà è che intervengano tutte le reti e i distributori nel salvataggio, ma non è sicuro che tutte siano disponibili a farlo. Attualmente è allo studi un piano, ma si fatica a trovare un accordo.
Al momento non è stata ancora indicata una data nella quale le parti si riuniranno, ma la volontà è quella di riunirsi il prima possibile, anche perché il tempo a disposizione a questo punto è davvero poco. Alla fine di giugno scade il nuovo congelamento dei riscatti, che è stato disposto dall’Ivass, per evitare che i risparmiatori si precipitino a chiedere il rimborso delle polizze. nel frattempo le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra.
Da parte sua il Codacons starebbe studiando delle possibili azioni legali per tutelare gli assicurati di Eurovita. Federconsumatori, invece, ha dichiarato che per salvare la compagnia è necessaria una soluzione a livello nazionale ed è necessario che intervenga direttamente lo Stato. Fino alle scorse settimane, il Ministero dell’Economia era parte attiva nella ricerca di un accordo. Adesso, però, spetterà a banche ed assicurazioni trovare una quadra.
Fuga dalle assicurazioni vita
Il caso Eurovita intanto pesa sul comparto delle assicurazioni: nel corso del mese di febbraio sono stati riscattati 7 miliardi di euro. Senza dubbio pesa il caso Eurovita, i cui riscatti delle polizze sono congelati dallo scorso 6 febbraio 2023, altrimenti il passivo sarebbe risultato molto più pesante. A condizionare il mercato delle assicurazioni, però, c’è anche la concorrenza dei tassi crescenti dei Btp e dei conti deposito remunerati.
A febbraio, stando ai dati diffusi da Ania, è stata registrata una raccolta negativa per 1,6 miliardi di euro. I riscatti hanno superato abbondantemente le nove sottoscrizioni, come non avveniva ormai da diversi anni. Non succedeva da dicembre 2012, in piena crisi dell’Eurozona. Poi, per la prima volta, è accaduto di nuovo a gennaio scorso, quando si era registrata una raccolta negativa per 700 milioni. Il dato di febbraio è decisamente peggiore, e fa alzare l’allerta del settore assicurativo.
La situazione delle assicurazioni è monitorata dall’agenzia di rating Moody’s, che nel corso del mese di gennaio aveva sottolineato che “i deflussi netti significano che i volumi degli asset e le riserve gestiti dagli assicurati scendono. Ciò ridurrà i profitti degli assicuratori che sono costituiti principalmente da commissioni addebitate sulle riserve degli assicurati. I riscatti possono esercitare pressioni negative sulla liquidità delle compagnie se continuano per un lungo periodo di tempo. In un contesto di tassi d’interesse in salita, i deflussi aumentano il rischio di realizzare perdite sulle attività, in particolare sugli investimenti a reddito fisso”.